Esponenti del cosiddetto “sound di Seattle”, gli Alice In Chains non hanno mai goduto della stessa popolarità riservata a Pearl Jam o Nirvana. Dopo lo splendido Jar Of Flies del 1993 (senza dubbio uno fra i cinque migliori dischi degli anni ’90) e l’omonimo Alice In Chains (1995), il gruppo torna ad esibirsi dal vivo per la serie MTV Unplugged e registra un disco eccezionale. Il coinvolgente riff di accordi di Nutshell sul quale si alternano la delicata chitarra solista di Jerry Cantrell e la voce rotta di Layne Staley, rende immediatamente l’idea di una band perfettamente a suo agio con l’atmosfera tranquilla che caratterizza tutto l’unplugged. Anche Brother (dall’EP Sap) e No Excuses mettono in luce un Cantrell decisamente ispirato. Sludge Factory è uno di quei brani dal tono cadenzato e abbastanza cupo tipici del repertorio del gruppo.Down In A Hole è una ballata incentrata su un semplice ma efficacissimo giro di tre accordi. Seguono Angry Chair, col suo ritmo interrotto da accordi secchi, e Rooster, uno dei momenti migliori dell’album insieme a Nutshell. Costruita anch’essa su pochi accordi, il brano lento e agrodolce racconta la malinconia e la paura di un soldato lontano da casa con la particolare voce di Staley.Got Me Wrong e Heaven Beside You sono canzoni ritmate e divertenti, insieme a Would?, da molti considerato uno dei pezzi forti degli Alice In Chains (ma certamente non il miglior brano dell’unplugged).La voce stanca di Staley è protagonista di Frogs (da Alice In Chains), imperniata sulla particolare frase cupa e continua suonata sulle corde basse. Anche se ad un primo ascolto può sembrare abbastanza monotona, trovo che Frogs rappresenti un interessante esempio di “psichedelia” anni ’90.Molto più allegra Over Now, nella cui sezione mediana spiccano notevolmente per feeling ed armonia le note della chitarra di Cantrell prima che il brano riprenda con il suo riff iniziale.Killer Is Me, brano inedito e piacevole, chiude un disco che ha presentato gli Alice In Chains in gran forma alle prese con i soli strumenti acustici. Davvero sembra che la band dia il meglio di sè quanto più si allontana dalle sperimentazioni “hard rock” e lascia spazio all’anima pura e semplice della loro musica.
Casa discografica: Columbia
Anno: 1996
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