Probabilmente è una soltanto la domanda che molti si saranno posti su “This Is All Yours”, secondo lavoro degli alt-J dopo un ottimo sorprendente primo album, vincitore dell’ambito Mercury Prize e che li ha resi famosi: saranno riusciti ad eguagliarsi? Fama che forse neppure loro credevano potesse arrivare, con tutto ciò che ne consegue, tant’è che il bassista e secondo chitarrista Gwil Sainsbury ha lasciato la band ad inizio 2013, non reggendo le pressioni di lunghi tour e della vita da star.Sono tante le band frettolosamente etichettate dalla critica come “next big thing”, e ben poche sono state quelle che hanno mantenuto le promesse e le premesse. Qual è quindi il risultato e quali effetti ha avuto il successo sul sound della band di Leeds?L’album parte con “Intro“, pezzo sicuramente meno diretto dell’omonima opener del precedente album. Si nota subito una vena più “etnica”, tra cori campionati e influenze quasi world music finchè non riemerge l’anima più trip-hop e folk della band. Folk che risente sicuramente delle influenze di Fleet Floxes e in alcuni tratti del Bon Iver più sereno e arioso (in brani come “Warm Foothils”) ed il suo strano collage di tre voci.Totalmente acustica “Pusher“, che riprende la progressione di accordi della loro precedente “Breezeblocks”, si dimostra come uno dei momenti più dolci, intimi e riusciti dell’album. Introdotta dagli accordi del ritornello di “Pusher“, “Bloodflood pt. II” è l’ideale prosieguo dell’omonimo brano contenuto in An Awesome Wave e ci catapulta in una dimensione sintetica e sognante, trascinata dai tappeti di sintetizzatore e un abulico beat elettronico.
La doppietta “Arrival in Nara” e “Nara” (longeva e antica città giapponese in cui i cervi sono liberi di passeggiare nei parchi, a simboleggiare un totale legame con la natura), ci culla tra tenui arpeggi e malinconiche atmosfere autunnali tra le foglie che cadono in terra.Gli alt-J parlano dell’amore in tutte le sue sfaccettature nei loro testi fantasiosi e ricchi di allitterazioni e metafore, supportati dalla piacevolmente nasale voce di Joe Newman, che diventa sinuosa e pseudo-ammiccante in “Every Other Freckle” in cui tornano i synth, i ritmi tribali e sincopati e i cori del tastierista Gus Unger-Hamilton.
Atmosfere sintetiche ed elettroniche si avvertono anche nell’ottima “Hunger Of The Pine” e in “The Gospel of John Hurt“, brano dal sapore cinematografico. Sembra invece provenire direttamente dal Beck di Odelay, il singolo “Left Hand Free“, simpatico e scalcinato blues-rock, con tanto di rullate, tromboni e uno sghembo assolo di Rodhes, brano che al dire della band è stato composto in 20 minuti quando le è stato richiesto un singolo che sfondasse sul mercato americano.Terminato l’ascolto, “This Is All Yours” lascia in un primo momento perplessi. È un album più posato e meno schizofrenico, più elettronico e più studiato rispetto al primo album e impiega più tempo per essere assimilato dall’ascoltatore.
Il sound degli alt-J è mutato rispetto all’esordio, si è ulteriormente stratificato, è diventato più maturo e complesso risultando a volte meno immediato rispetto alla freschezza straordinaria di “An Awesome Wave“, complice forse anche la mancanza del basso e la voglia di dimostrare di potersi ripetere anche con una formula diversa. Probabilmente bisogna dargli del tempo per apprezzarlo in pieno.
Rimane un buon lavoro ed è encomiabile da parte dei tre ragazzi la voglia di andare avanti, o quantomeno provarci, senza ancorarsi troppo al loro recente passato, continuando a distinguersi positivamente nell’ipertrofico universo indie.
Pasquale VaccaroGenere: Indie Rock, Alternative Folk
Tracklist:
1. Intro
2. Arrival In Nara
3. Nara
4. Every Other Freckle
5. Left Hand Free
6. Garden Of England
7. Choice Kingdom
8. Hunger Of The Pine
9. Warm Foothils
10. The Gospel Of John Hurt
11. Pusher
12. Bloodflood pt.II
13. Leaving Nara
Lineup:
Joe Newman: voce, chitarra
Gus Unger-Hamilton: tastiera, xilofono, cori
Thom Green: batteria, percussioni
Album consigliati: An Awesome Wave
Band consigliate: Glass Animals, Foals, Fleet Floxes, Wild Beasts, Radiohead, Bon Iver
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