Fra le tante uscite che hanno affollato un 2012 più che mai prolifico musicalmente, un po’ sottotono rispetto alle produzioni mainstream si è andato ad infilare anche il nuovo disco dei Corrosion Of Conformity. Dopo una carriera trentennale arriva un album omonimo, registrato dalla lineup originaria, orfana di quel Pepper Keenan che tanto si è fatto apprezzare dal momento del suo ingresso nella band nel 1991. Keenan è ormai assorbito totalmente dalla vita dei Down, progetto diretto da Phil Anselmo ed in continua crescita, ma ciò non ha impedito ai Corrosion originari di chiudersi in studio per qualche tempo, ed uscirsene con questo nuovo e senza dubbio intrigante disco.
Ripensando alla carriera della band è innegabile che il 1991 e l’uscita di “Blind” abbiano rappresentato un crocevia importante nella divisione tra i fan in due filoni. Quelli ancorati agli album di vecchia data, ai CoC vecchio stile, e quelli dell’ala più moderna, più Sludge più melodico-sperimentale. La precedente incarnazione discografica dei nostri, “In The Arms Of God”, è stata senza dubbio capace di far breccia nei cuori di molti nuovi ascoltatori, lasciando però sempre nell’insoddisfazione tutti gli amanti di “Eye for an eye” o “Animosity”. Con la formazione originaria nuovamente schierata in studio, c’era chi s’aspettava un deciso ritorno alla base, a quel misto di hardcore, punk e metal che nella prima metà degli anni ’80 ha senza dubbio posto le basi per l’incoronazione dei CoC ad una delle band più influenti nel panorama heavy.
Ritrovarsi tra le mani quest’omonimo “Corrosion Of Conformity” pone nella condizione di dover valutare attentamente la nuova svolta artistica e sonora in relazione ai tanti cambi di rotta e di formazione, subiti dalla band negli anni. “Psychic Vampire” apre con un fuligginoso riff cadenzato che ritornerà lungo la traccia come un monito, il brano è pesante, massiccio e ruvido, a tratti capace di svolte rabbiose decisamente derivate dal repertorio più datato del gruppo. “River of Stone” prosegue sulla scia del brano precedente, mentre ci pensa “Leeches”, con un testo verminoso e pungente, a far accomodare chi ascolta nel plumbeo mood che avvolge l’intero lotto.
Polvere, fango e marciume, è tutto ciò che sembra trasparire dalla scaletta e dalla contorta ed ingolfata distorsione delle tracce di chitarra. “El Lamento De Las Cabras” a tratti pinkfloydiana, nella scelta delle note e dei tempi più che nelle atmosfere, un oscuro e straniante brano strumentale che prosegue la via anticipata in alcune tracce di “In The Arms Of God”.Giunto alla sua metà l’album si stabilizza su un tiro deciso e ben collaudato, seppur un po’ ripetitivo. “Your Tomorrow”, “The Moneychangers” e “The Doom” sono tre buoni brani di stoner-metal grintoso e incalzante, con diversi richiami all’attitudine hardcore e punk che ha sempre pervaso i dischi della band, soprattutto i più datati. Bisogna attendere “Weaving Spiders Come Not Here” e “What You Despise is What You’ve Become” per risalire un po’ il pendio del già-sentito e trovare qualche interessante cambio di tempo e spunti ritmici degni di nota. “Rat City” è forse il brano che meno spicca all’interno della tracklist, pur restando un solido esempio di stoner, al contrario “Time of Trials” con un riff d’apertura atipicamente arioso e melodico, risulta una delle perle meno convenzionali nell’album.È sintomatico notare come i momenti migliori di questo buon “Corrosion Of Conformity” siano quelli in cui la band ha cercato nuove vie espressive. Inutile rimarcare come ci si ritrovi comunque di fronte ad un disco che anche nei momenti meno brillanti, rimane solido e ricco di tanta esperienza. Un encomio specifico va ai testi, sempre ben calzanti, ricchi di quella carica autocritica distruttiva che rappresenta a pieno anche il nome stesso del gruppo.
A livello musicale questo “CoC” risulta una summa della parabola artistica della band, passando dai brani più marcatamente hardcore a quelli più melodici, con qualche spunto più sperimentale nel mezzo. La mancanza di Keenan non passa certo inosservata, soprattutto in alcuni particolari attimi di vocalità, niente che vada però ad inficiare catastroficamente la riuscita finale di un album che forse avrebbe meritato qualche attenzione in più.Sicuramente consigliato a tutti i fan dello stoner, che ritroveranno nel disco un piacevole ascolto, senza però gridare al miracolo. Per tutti coloro che si avvicinano alla band per la prima volta è preferibile qualche capatina negli anni di “Blind” o “Deliverance”, tornando fino alla prima metà anni ottanta per tutti quelli che preferiscono invece un attitudine musicalmente più anarchica ed irriverente. “Corrosion Of Conformity” è un album bastardo nel vero senso della parola, grezzo, diretto, duro e difficile da digerire, forse non l’album dell’anno, ma sicuramente un’ uscita consigliata a tutti gli amanti dell’hard & heavy e dintorni.Francesco Sicheri
Genere: Stoner, Metal, Sludge
Lineup:
Mike Dean – Bass, vocals
Reed Mullin – Drums
Woody Weatherman – Guitar, vocals
Album consigliati: Eye for an eye; Blind; Deliverance; In The Arms Of God;
Artisti simili consigliati: Crowbar, Down, Eyehategod, Galactic, Graveyard Rodeo, Leadfoot, Maltese Cross, No Labels, Righteous Fool, School of Violence, Snake Nation, Superjoint Ritual, Ugly Americans
Tracklist:
1. Psychic Vampire
2. River Of Stone
3. Leeches
4. El Lamento De Las Cabras
5. Your Tomorrow
6. The Doom
7. The Moneychangers
8. Come Not Here
9. What We Become
10. Rat City
11. Time Of Trials
12. Canyon Man
13. The Same Way
Nei player sottostanti linkiamo alcuni brani presi dalla discografia del gruppo: Corrosion Of Conformity – Paranoid Opioid by Famous Monster Corrosion Of Conformity “Technocracy” by Metal Blade Records Corrosion Of Conformity “Loss For Words” by Metal Blade Records
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