Abbandonate le atmosfere decisamente cupe e fantasy di Outside, come anche la sperimentazione di ritmi techno e dance di Heartling, il Duca Bianco ci propone un disco più maturo ed introspettivo, in cui le liriche vengono ad assumere un maggior peso rispetto ai già citati due lavori, che avevano peraltro sancito il ritorno di un Bowie grandiosamente ispirato. La co-produzione di ‘hours… è stata ancora una volta affidata a Reeves Gabrels: il suo lavoro non è certo paragonabile a quello svolto in passato da Brian Eno, ma senza ombra di dubbio è piuttosto rilevante per ciò che concerne il sound complessivo del disco. ‘hours… è sicuramente un lavoro meno istintivo del precedente, nato come dichiarato dallo stesso musicista nella più completa tranquillità. Nel sottolineare ciò non intendo affermare la completa estraneità dell’opera alle atmosfere rock: è vero, non bisogna aspettarsi ritmi esasperati alla Little Wonder, ma nemmeno un’ enormità di ballate, come invece sembravano suggerire alcune recensioni. Sino a questo momento la scelta dei singoli ha rilevato l’anima più soft del disco; se si deciderà di continuare su questa linea molto probabilmente Thursday’s Child e Survive saranno seguiti da Seven, song resa più affascinante e coinvolgente da un ritorno ad un suono acustico, naturale come non accadeva da troppo tempo. Ideale per accompagnare una serata primaverile trascorsa vicino ad un focolare, Seven risulta essere uno dei pezzi più riusciti dell’intera opera grazie anche ad un’interpretazione da brividi. The Pretty Things Are Going To Hell rappresenta invece il secondo volto di ‘hours: elettricità allo stato puro, un ritornello di quelli che entrano in testa e non trovano più la via d’uscita!!! La chiusura dell’album è affidata a The Dreamers, nessuna scelta sarebbe stata più appropriata: solo per quest’ultimo capolavoro varrebbe la pena di comperare il disco. Un ultimo suggerimento ai nuovi adepti del Duca Bianco: per comprendere ed apprezzare in modo completo il disco, sarà probabilmente necessario più di un ascolto, non giudicatelo in modo troppo avventato.
Casa discografica: Virgin Records
Anno: 1999
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