Il progetto Delirio A Baltimora prende forma sul finire del 2012 in seguito allo scioglimento dei Rigenera, interessante quartetto romano capace di ritagliarsi una discreta considerazione nella scena underground della Capitale a suon di concerti e di dischi – l’ultimo, “C’è Sempre Peggio”, è stato pubblicato più di un anno e mezzo fa.La band, capitanata da Lorenzo Fraioli, ha dato alle stampe pochi mesi fa il suo disco d’esordio. “480.000 Lire” è stato infatti rilasciato dal brillante ensemble ad ottobre 2013. All’interno dell’album figurano undici canzoni inedite dal piglio squisitamente pop rock. Trattasi però di un buon pop rock, fatto e perseguito con estrema attenzione e sensibilità onde evitare scivoloni imbarazzanti a cui il mainstream italico ha saputo abituarci specialmente nell’ultimo ventennio, pompando a livello mediatico “gruppi” ed “interpreti” capaci di rasentare il ridicolo con “singoloni” e “dischi” assai patetici.Ma come riescono i Delirio A Baltimora a rendere poco patinato e per nulla scandente il sound dei loro pezzi? Lavorando innanzitutto molto sui testi che, per quanto spesso e volentieri un po’ ironici e – ci venga passato il termine – “scanzonati” , non mancano quasi mai di raccontare con originalità, ma anche freschezza, storie curiose, per certi versi variegate, tendenti ad inglobare anche riferimenti letterari. Inoltre, ulteriore lungimirante espediente che caratterizza il marchio di fabbrica della band, comportando di conseguenza un automatico distacco dalle consuetudini tipiche del pop rock italiano più banale, risiede senz’altro nella scelta degli arrangiamenti e del suono.
L’impronta quasi garage, unita all’utilizzo onestissimo e coerente delle chitarre elettriche, dà alle singole canzoni un tocco un po’ retrò e, al contempo, meno radiofonico, meno commerciale possibile. Nonostante la ricerca della melodia e l’inclinazione a costruire degli incisi orecchiabili sembrino essere due costanti inequivocabili dell’album, si avverte come ci sia sempre un qualcosa, una particolare soluzione determinante per conferire alle canzoni in scaletta dei tratti che non appaiano mai del tutto stereotipati.Insomma, “480.000 Lire” riesce in un modo o nell’altro ad essere accessibile a qualsiasi tipo di ascoltatore senza per questo perdere colpi in fatto di personalità e di brillantezza. C’è poi tanta energia nelle musiche, nella maggior parte dei casi tendenti a denotare efficacia tramite il buon lavoro chitarristico effettuato da Fraioli e da Luca Cavallerio. Molti interessanti e incalzanti, a tal proposito, i riff che contraddistinguono tracce come Ti Rialzerai, Francoforte, Parigi 1833 e Alla Parete.Forse l’unico difetto del disco sta nella sua eccessiva lunghezza complessiva. Un po’ troppe in effetti undici tracce. Probabilmente, escludendo un paio di canzoni “480.000 Lire” sarebbe risultato più fluido e dinamico. Al di là di questo però la fattura è, se non pregevole, comunque discreta.Arrivati a questo punto dell’articolo, più di un lettore si starà certamente domandando a cosa sia stata dovuta la scelta da parte della band di chiamarsi Delirio A Baltimora. Di seguito una manciata di righe in cui sono proprio i quattro musicisti capitolini a spiegare il perché: «Il nome Delirio a Baltimora fa riferimento allo stato fisico e mentale nel quale fu trovato Edgar Allan Poe nel 1849 per le strade di Baltimora, quattro giorni prima della propria morte. L
o abbiamo scelto come riferimento alla vita del grande poeta e scrittore del mistero, deceduto egli stesso in un mistero, come fosse protagonista della propria fantasia e vittima di quella acuta sensibilità. La scelta è anche dovuta alla volontà di legare la composizione all’inventiva raziocinante dei personaggi di Poe, sciogliendo i misteri della musica con il ragionamento e lo humor di Auguste Dupin, in un perfetto intreccio di emotività e razionalità».Alessandro BasileGenere: Rock, Pop RockLine-up:
Lorenzo Fraioli – voce, chitarre
Luca Cavallerio – chitarre, cori
Davide Zaottini – voce, basso
Emiliano Turoldo – batteriaProgetti simili consigliati: Bicchiere Mezzo Pieno, Jonny Blitz, Stereoclimax, Le StradeTracklist:
1. Senza Paura
2. Ascolta Il Cuore
3. Edgar
4. Ti Rialzerai
5. Francoforte
6. Una Come Te
7. Ricomincio Da Zero
8. Parigi 1833
9. Mentre Sorridevi
10. Alla Parete
11. Tu Non Mi Puoi Far Male
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