Dopo averli incontrati e ammirati in diverse occasioni, l’ultima delle quali grazie alle Yamaha Sessions, siamo finalmente felici di poter annunciare la pubblicazione di Moonlight, il primo disco del poker d’assi Drift Lab, ovvero:
- Manuele Montesanti (tastiere)
- Matteo Mancuso (chitarra)
- Federico Malaman (basso)
- Daniele Chiantese (batteria)
Il progetto Drif Lab ha radici che affondano in tanti generi musicali: jazz, rock, fusion, senza mai farsi mancare una pazzesca dose di groove.
Si tratta di una band nata sulla scia di quelle super-formazioni che negli anni ’70 spingevano sempre più in alto l’asticella della creatività e delle tecniche di esecuzione, il giusto equilibrio tra idee melodiche e virtuosismo. Ovviamente, il tutto acquista qui un sapore più moderno, anche se poi vale sempre l’assunto che la musica non ha età.
Nella musica dei Drift Lab, infatti, ci sono echi di Bach tanto quanto di Miles Davis o Frank Zappa. Il motore compositivo della band è il tastierista Manuele Montesanti, che rappresenta la figura del creativo a 360°, non solo in ambito di composizione e arrangiamento, ma anche di Sound Design, visto che da anni lavora in questa veste per il reparto tastiere e synth di Yamaha a livello internazionale.
Manuele ha inoltre lanciato da poco il suo nuovo corso didattico sulla piattaforma online MUSICEZER, intitolato Armonia Funzionale: Voicing, Comping e Groove, per approfondire la costruzione armonica dei brani ed elevare doti di cui è decisamente “portatore sano”, ovvero groove e bravura solistica.
A lui si unisce la fluidità del groove di Chiantese e di Malaman, una sezione ritmica micidiale, e ultimo ma non certo per ultimo, il fenomeno degli ultimi anni Matteo Mancuso, giovane e formidabile chitarrista che ha fatto sgranare gli occhi (e le orecchie) anche ad alcuni dei più importanti guitar hero d’oltreoceano.
Tutto questo talento è stato quindi condensato in Moonlight, uscito il 14 febbraio scorso e disponibile per l’ascolto in streaming e l’acquisto in formato digitale sulle seguenti piattaforme:
Come suddetto, l’album è un concentrato di bravura strumentale, ma attenzione, non fine a se stessa. Tutti i brani hanno sempre la melodia come protagonista principale, anche nei virtuosismi più estremi, sviluppando così una costante empatia con l’ascoltatore che rimane letteralmente incollato al susseguirsi di note e ritmiche.
Gli 8 brani del disco pongono ai due estremi opposti la difficoltà di esecuzione e la facilità di ascolto, come solo i grandi musicisti sanno fare quando scelgono di fare musica invece che “parlarsi addosso”.
Questa è la grande forza del progetto Drift Lab, che siamo sicuri potrà trovare tantissimi fan sia in Italia che all’estero.
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