Dopo una militanza tra le fila dei 24 Grana durata quasi un ventennio, Francesco Di Bella ha avvertito l’esigenza di intraprendere un nuovo preciso percorso musicale. E lo ha fatto sostanzialmente perché la sensazione che fosse arrivato il momento di assecondare i propri istinti sonori ed autoriali è divenuta giorno dopo giorno sempre più forte, incessante. Il primo passo ufficiale della sua nuova carriera solista è così rappresentato da un album molto raffinato ed elegante intitolato Francesco Di Bella & Ballads Cafè ed uscito lo scorso 19 novembre per La Canzonetta/Sintesi 3000.
Come si evince dal titolo, per questo progetto discografico l’autore campano si è avvalso dell’apporto di un nutrito numero di ottimi musicisti (i Ballads Cafè per l’appunto) che, con estrema sensibilità, sono riusciti a donare la giusta veste agli undici pezzi che hanno trovato posto nella raccolta. Trattasi, nello specifico, di componimenti ben noti a quelle persone che hanno seguito per anni e con passione l’affascinante, imprevedibile parabola artistica dei 24 Grana. Se si esclude infatti l’inedito del 2008 Napule Se Sceta (probabile outtake del capolavoro Ghostwriters), Francesco Di Bella & Ballads Cafè risulta essere un contenitore di eccelse rivisitazioni di alcuni dei brani obiettivamente più belli e intensi – e importanti – della band partenopea. Attenzione però: non si consideri Francesco Di Bella & Ballads Cafè una sottospecie di “best of” furbo e mascherato, magari realizzato con superficialità. La cosa certa è che siamo di fronte ad un album che innanzitutto denota una compattezza, un’omogeneità ed una coerenza incredibili.
Inoltre la scelta dei pezzi da rielaborare non è dipesa tanto dalla celebrità dei singoli brani, quanto piuttosto dalla percezione che, se riarrangiate in un certo modo, determinate canzoni avrebbero sicuramente rappresentato al meglio quel carattere intimista e confidenziale a cui l’artista classe ’74 puntava ancor prima di entrare in studio. Bisogna ammettere che, da questo punto di vista, l’obiettivo è stato pienamente raggiunto. Nonostante sia venuta meno quell’impronta “graffiante” e “spigolosa” che ha sicuramente fatto la fortuna di un ensemble eclettico quale i 24 Grana, è semplicemente favoloso il taglio che canzoni originariamente ipnotiche come La Costanza, Kevlar e Introdub hanno assunto grazie al lavoro certosino effettuato in sala d’incisione.
E qui gran parte del merito va sicuramente attribuito proprio ai musicisti che hanno raggiunto Di Bella e il produttore artistico del cd Daniele Sinigallia presso Gli Artigiani Studio di Formello. Le sfumature che persone come Andrea Pesce, Alessandro Innaro, Alfonso “Fofò” Bruno, Marjorie Biondo e Cristiano De Fabritiis (alias “Defa”) sono riuscite a conferire a Vesto Sempre Uguale, L’Alba e Luntano, piuttosto che ad Accireme e Canto Pe’ Nun Suffrì (giusto per citare qualche traccia) sono a dir poco intriganti, calde, coinvolgenti. C’è poco da fare. Interpretazione, esecuzione, suono, scelta degli strumenti: tutto sembra essere impeccabile. Ed ecco allora che il disco scorre che è una meraviglia. Ascoltando e contemplando Francesco Di Bella & Ballads Cafè si respira, si scorge un mix di malinconia, delicatezza e serenità davvero curioso ma, al contempo, più che convincente. E qui si riconferma dunque quella percezione già espressa sopra: questa produzione è tutt’altro che da considerarsi una raccolta assemblata in fretta e furia. Qui c’è grande perizia. Qui regna la professionalità.
Regna la sincerità, e quindi la voglia di fare cose magari non eccessivamente complesse, però, in ogni caso, neanche così elementari come qualche scettico di turno potrebbe facilmente andare a pensare. Un album puro insomma. Un album pensato e suonato in maniera sublime e, per di più, in presa diretta. Scelta, questa, che ha automaticamente accentuato l’intensità dei colori e delle sfumature delle canzoni. Va da sé che a questo punto, alla luce di quanto ammirato in questo Lp d’esordio, il desiderio di ascoltare quanto prima dei veri e propri inediti targati Di Bella (& Ballads Cafè) sia elevato. Tuttavia bisogna dare tempo al tempo. Si tratta cioè di pazientare un po’, anche perché, si sa, per dare vita a dei signori album servono sicuramente tranquillità e ispirazione. Nel frattempo sale comunque la curiosità di sentire come suonerà dal vivo il disco.
In conclusione: meglio di così non si poteva partire. Alessandro BasileGenere: Alternative, Canzone D’Autore, Folk Rock Line-up: Francesco Di Bella – voce, armonica
Alfonso Bruno – chitarre, lap steel guitar
Daniele Sinigallia – chitarre
Marjorie Biondo – cori
Andrea Pesce – tastiere, pianoforte
Alessandro Innaro – basso
Cristiano De Fabritiis – batteria, percussioni
Progetti simili consigliati: Marcello Capozzi, Foja, Francesco Forni, GnutTracklist:1. Vesto Sempre Uguale
2. L’Alba
3. La Costanza
4. Luntano
5. Kevlar
6. Accireme
7. Napule Se Sceta
8. Carcere
9. Canto Pe’ Nun Suffrì
10. Introdub
11. Resto Acciso
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