Sono davvero senza fine i pensieri che frullano in testa quando parliamo di jazz, del jazz ormai storicizzato dei primi sessantatré anni di incisioni discografiche.
Attraverso una visuale inedita, per non dire unica, nei propositi e nella realizzazione, l’autore Guido Michelone ci guida in una storia complessa, piena di rimificazioni, ma senza dubbio bellissima.
Guido Michelone è docente di Storia della musica afroamericana all’Università Cattolica di Milano e di Storia della popular music e di Storia del jazz presso il Conservatorio Vivaldi di Alessandria. Già collaboratore di testate quali «Musica Jazz», «Ritmo», «Jazzit», è da vent’anni critico musicale per «Buscadero» e «il manifesto».
Ha all’attivo una decina di opere letterarie (narrativa, poesia, teatro) e una quarantina di saggi su jazz, rock, folk, colonne sonore, tra cui l’ormai classico Il jazz-film. Ha scritto anche monografie su Beatles, Clash, Fabrizio De André e Vasco Rossi. Per Diarkos ha pubblicato Rolling Stones. Non è solo rock and roll (2022) e L’Isola di Wight (2023).
Un estratto dalla prefazione del libro
Riportiamo un estratto della prefazione a cura dello scrittore Jesse Chastain Dayle:
L’idea di un nuovo dizionario del jazz nasce dall’esigenza di aggiornarsi all’uso e consumo di questa “musica dei sensi”. La sua fruizione e conoscenza, infatti, sembra tornata alle origini, quando i fragili 78 giri suonati sui grammofoni consentivano di ascoltare un pezzo alla volta, così come oggi scegliersi un brano online (quasi mai un intero album) diventa il medium più comodo: dall’esperto al neofita trionfano i singoli successi del passato e del presente, che continuano a fare immensa, epocale la musica nata da ex schiavi africani e ora diffusa in tutto il mondo.
Ma c’è un secondo importante paradosso: nonostante queste comode tecnologie, si assiste a un ritorno al vinile, il caro vecchio long playing, autentico fenomeno culturale e oggetto di culto ricercatissimo, in grado di racchiudere macrocosmi sonori tra i solchi di venti minuti a facciata.
Un valido motivo per offrire un dizionario non indirizzato unicamente ai soli album, come avviene negli altri libri, bensì organizzato attraverso i brani celebri, inteso quindi a garantire una selezione di singoli pezzi memorabili, raggruppati a loro volta attraverso i grandi stili jazz (hot, swing, bebop, e così via) che hanno fatto la storia.
Un infinito songbook unico nel genere, di facile consultazione, destinato a durare nel tempo per chi voglia avvicinarsi al jazz nella maniera più diretta, creativa e affascinante.
Maggiori informazioni su www.diarkos.it
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