Questo è senza dubbio l’album di maggior successo degli Iron Maiden, dovuto alla presenza contenporanea del nuovo cantante Bruce Dickinson (che sostituì Paul Di Anno) e di Hallowed Be Thy Name, song che verrà poi considerata “LA” canzone metal per eccellenza. Dickinson provenie dai Samson e subito si rivela un singer di razza; era ciò che mancava al gruppo.Quasi tutte le canzoni degli Iron Maiden vengo scritte e composte da Steve Harris, vero e proprio cuore del gruppo, bassista ed arrangiatore, è l’unico ad essere sempre presente in tutti gli album creati dai Maiden. Le canzoni presenti nell’album sono di altissimo livello, anche se l’etichetta di veri e propri capolavori è abbinabile solo ad alcune canzoni. L’ascolto parte da Invaders, classico pezzo di apertura a cui tutti i fan del gruppo sono abituati, ritmiche veloci e soli gradevoli.Proseguendo nell’ascolto si arriva a Children Of The Damned, canzone ispirata da un omonimo film degli anni ’60.Si continua l’ascolto con The Prisoner, ispirata alla serie televisiva dallo stesso nome, da cui è tratto lo spoken iniziale, una canzone veloce arricchita da uno dei più bei assoli di Murray/Smith.22 Acacia Avenue cantata in maniera un po’ perversa da Bruce, vede il ritorno di quella Charlotte già citata nell’album Iron Maiden (Charlotte The Harlot – 1980) e che verrà ancora citata in futuro.Molte canzoni dei Maiden sono collegate tra loro e seguono sottili fili logici. Ancora un film all’origine di The Number Of The Beast, dapprima la voce di Vincent Price (famoso attore del cinema horror di quegli anni) recita un verso dell’Apocalisse di Giovanni, poi parte un brano che al tempo attirò sui Maiden l’accusa di satanismo. Questa canzone dal vivo è spettacolare e molto graditi sono i pezzi di basso che seguono i “solos” chitarristici.Su questa canzone venne fatto pure un video, così come per Run To The Hills, il singolo che portò ai Maiden fama e successo. Gangland, con Burr che si propone in un drumming atipico, si frappone tra noi ed il metal fatto canzone. Hallowed Be Thy Name, è l’apice compositivo dei Maiden; è da sempre un punto fermo delle loro esibizioni live ed ancora oggi riesce ad emozionare l’ascoltatore che si avvicina per la prima volta al gruppo.Le campane che introducono gli ultimi momenti di un condannato a morte, i suoi pensieri ed emozioni, l’acuto che Bruce piazza dopo la parte iniziale, la batteria di Burr che sottolinea i versi di Bruce e lo stupendo assolo fanno di questa canzone l’apice rappresentativo dell’Heavy Metal.
Casa discografica: EMI
Anno: 1982
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