“E li sento annegare il mio nome/ così facile da conoscere /e da dimenticare con questo bacio/ non ho paura di andare/ ma il tempo passa così lentamente/ aspetto nel fuoco ”.Si potrebbe racchiudere tutta qui la vita di Jeff Buckley, ma sarebbe troppo riduttivo. Cantante, compositore, chitarrista e figlio d’arte (Tim Buckley) scompare il ventisette maggio del 1997 nelle acque del Wolf River, affluente del Mississippi, all’età di trentuno anni.Nel ’92 comincia la sua carriera esibendosi come solista nei locali del Lower East Side di New York, dove entro la fine dell’anno riesce a strappare un contratto alla Columbia.Nell’estate del ’93 registra un concerto di oltre tre ore al Sin-è (uno dei locali che lo aveva visto esibirsi diverse volte), dove verrano estratti quattro brani (Mojo Pin, Eternal Life, Je N’En Connais La Fin, The Way Young Lovers Do), che faranno parte del suo primo EP chiamato appunto, Live At Sin-è, che uscirà in Europa nella primavera del ’94.Ad agosto dello stesso anno viene presentato al mondo Grace, il primo album da studio di Jeff Buckley. Registrato nell’autunno del ’93 al Bearsville Recording Studios di Woodstock, NY, Grace viene scritto interamente da Jeff (fatta eccezione per le tre cover presenti nel disco) ed arrangiato insieme a lui dal suo nuovo gruppo: Mick Grondahl al basso e Matt Johnson alla batteria.Tra l’altro, oltre a cantare e suonare le chitarre, Jeff sarà presente anche all’armonium, all’organo, al dulcimer e al tabla.La produzione sarà affidata ad Andy Wallace (Paw, White Zombie, Soul Asylum).Gli archi saranno scritti e arrangiati dal compositore classico Karl Berger, con la collaborazione di Jeff. In questo studio, con questa situazione, nasce Grace.Alla fine l’album sarà composto da dieci brani: sette originali, una cover suonata con la band e due da solista.Il disco sarà una miscela di suoni, canti e immagini, grazie alle varie Grace, Mojo Pin, So Real ed Eternal Life.Ma anche uno spaccato di vita, grazie a Last Goodbye, Dream Brother e Lilac Wine.L’interpretazione di Jeff più sentita sarà quella di Hallelujah, pezzo di Leonard Cohen che verrà registrato in presa diretta.I testi saranno un vero e proprio pugno nello stomaco, ma non trascenderanno mai nella banalità o nel patetico.Parleranno della vita sofferta di Jeff, ma anche e soprattutto della sua voglia di vivere.
Casa discografica: Sony Music
Anno: 1994
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