Direttamente dagli Stati Uniti arrivano i Linkin Park, combo dalle sonorità nu-metal tanto in voga in questo momento.Prodotto da Don Gilmore,(già con Eve6 , Lit e Pearl Jam), l’album sfoggia una qualità di registrazione davvero interessante, una pienezza di suono davvero raramente riscontrata fin’ora in altri gruppi di questo genere.Papercut, la canzone di apertura, ci fa già intuire quali siano gli ingredienti base della ricetta proposta dal gruppo: riffs pesantissimi con chitarre abbassate di tono, cantato mezzo rappato e mezzo urlato in stile Korn, ed effetti elettronici misti a scratch.Crawling, poi, è la probabilmente una delle canzoni più trascinanti dell’album. Il ritornello è davvero molto orecchiabile, senza che tuttavia venga meno l’impatto potente del sound di base.Runaway sembra quasi una sintesi di diverse sonorità crossover: il ritornello ci ricorda molto da vicino i Guano Apes, mentre nei versi sono presenti piccole intromissioni di cantato hip hop alla Limp Bizkit; per finire è presente un bridge con tanto di chitarre a 7 corde sfruttate nelle loro bassissime escursioni tonali, batteria dal suono enorme e cantato urlato multi-voce: qui sembra davvero di sentire i Korn. Nel complesso un pezzo molto interessante e ben riuscito.By Myself, invece, è forse la canzone meno ascoltabile dell’ intero album: tuttavia, c’è da salvare il tappeto di tastiere sotto i versi.In The End inizia con una bella introduzione di pianoforte, che sparisce quasi subito per lasciare il posto ad un cantato rappeggiante, che rapidamente tira verso il ritornello molto accattivante: a tratti il pianoforte torna, incastrandosi meravilgiosamente con le altre sonorità pesanti del pezzo.Place In My Head si basa, invece, su un riff di chitarra penetrante ed ipnotico, con un suono inizialmente molto simile ad un sitar, e che prosegue però verso la distorsione più brutale (quella usata nella quasi totalità dei pezzi dei Linkin Park).Rimandiamo Forgotten, ispirata davvero un po’ troppo pesantemente a My Generation dei Limp Bizkit, tanto da diventarne praticamente una copia malfatta.Cure For The Itch è un pezzo quasi interamente composto da samples, e da un suono psichedelico, simile a un intro.Conclude il cd Pushing Me Away, senza lasciare però sensazioni significative nell’ascoltatore rispetto agli altri pezzi. Senza dubbio è molto gradevole e piacerà molto a chi ama il nu-metal: in questo senso il gruppo ha trovato una propria sonorità riconoscibile al primo ascolto e sicuramente molto bella, anche se il problema è che i 12 pezzi si assomigliano davvero un po’ troppo tra loro: non si parla solo di sound, ma anche di strutture.Queste ultime, praticamente in tutti i brani, sono basate sul classico riff + ritornello, che è la base della stragrande maggioranza dei dischi rock, e che, se viene miscelato con la sopracitata rassomiglianza del suono di base, rischia di diventare una cosa quasi imbarazzante, che ricorda a tratti l’invasione della miriade di gruppi metal copia di se stessi negli anni ’80: i Linkin Park avrebbero forse dovuto differenziare maggiormente i pezzi sotto questo aspetto, perché dopo qualche ascolto, l’album inizia pericolosamente a sfiorare la sensazione di già sentito.Come album d’esordio è sicuramente ottimo, ma per non scomparire nel mucchio degli altri gruppi che propongono il loro stesso genere e diventare dei grandi, i Linkin Park dovranno saper rinnovarsi.
Casa discografica: Warner Bros, Records
Anno: 2000
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