Nato dalla collaborazione di quattro musicisti d’eccezione, questo lavoro si presenta tecnicamente perfetto, un progetto che scaturisce dalla mente geniale di Mike Portnoy (eccellente batterista dei Dream Theater) con lo scopo di creare una sorta di super gruppo; ne nascerà un CD interamente strumentale, alternante momenti di altissima precisione tecnica, a momenti di intensità sonore veramente elevatissime, intervallati da suonate new age. Portnoy, nello scegliere i musicisti, decide di reclutare Tony Levin (King Crimson) bassista assolutamente eclettico, Jordan Rudess (attuale tastierista dei Dream Theater) virtuoso del piano che lascerà assolutamente stupefatti gli altri componenti del gruppo, e chiaramente John Petrucci, suo collaboratore da oltre dieci anni. Nonostante queste premesse, l’ascolto è assolutamente semplice, e non stanca neanche i neofiti del genere.La prima impressione che si ha, quando si inserisce il disco nel lettore, è un’ondata infinita di note sparate a velocità supersonica dalla mano del virtuoso chitarrista, che in questo brano iniziale vuole dare, insieme agli altri componenti del gruppo, un’impressione ipertecnica del CD, sottolineata anche da soli di tastiera assolutamente all’altezza della situazione. Impressione che è stroncata subito dopo con la dolcissima ballata Osmosis, brano nel quale Portnoy e Levin creano qualcosa di veramente magico utilizzando particolari suoni campionati a mo’ di percussioni e un riff (anche abbastanza semplice) di basso, tutto su un substrato di tastiera e chitarre acusticamente modificate. Kindred Spirits offre poi all’ascoltatore un misto di coordinatissimi controtempi seguiti repentinamente da fotogrammi di chitarra o tastiera che, come nel prog dei Dream Theater succede spesso, suonano anche all’unisono creando sonorità molto particolari, proprie di questo CD. I brani The Stretch e Chris and Kevin’s Excellent Adventure, sono altri due magnifici lavori creati per lo più da Levin e Portnoy.Nel primo (brano semi-fusion) si può apprezzare il suono (oseremmo dire simpatico n.d.r.) di un giro di basso saltellante; nel secondo, invece, i due musicisti si ripropongono di unire un leggero fischiettìo al resto della composizione così da creare un sound piuttosto disinvolto e spensierato. Freedom of Speech è un po’ una rivisitazione di un buon rock anni’70 modificato con sonorità assolutamente da 22° secolo! State of Grace e Universal Mind poi sono, a nostro avviso, il fiore all’occhiello di tutto il lavoro; due creazioni che andrebbero ascoltate all’infinito, tanto sono ben realizzate. State of Grace è tutto ciò che Rudess e Petrucci avrebbero potuto inventare insieme. Il brano inizia con un dolcissimo arpeggio di pianoforte, molto classicheggiante, aiutato da una straordinaria linea melodica suonata interamente dal chitarrista. Con questa canzone Petrucci ha voluto scrollarsi di dosso quell’immagine di musicista freddo che aveva, e pensiamo che ci sia riuscito perfettamente. Subito dopo la tranquillissima fine, mantenendo la stessa tonalità (allo scopo di non appesantire l’ascolto) i Liquid Tension Esperiment ci regalano momenti d’ordinaria follia. Riff stratosferici, tempi incredibili, soli con uso di molto wha-wha per Petrucci, ed un suono di pianoforte assolutamente pulitissimo per Rudess, fanno della prima parte di questa “song” una vera meraviglia della musica. Il brano è diviso in due sezioni da un assolo (tecnicissimo, manco a dirlo!) di Rudess, che sfocerà in altri tre minuti e trentasei secondi d’assoluta goduria. Il brano si conclude in maniera molto simpatica con due finali, di quelli che non si dimenticano. Gli ultimi cinque brani (Three minute warning), poi, non sono nient’altro che frutto dell’improvvisazione. Si nota qui la grandissima intesa che si è venuta a creare tra i quattro musicisti (sul retro del CD c’è addirittura un avviso per coloro i quali non se la sentissero di ascoltarli). Tutto il CD è confezionato in un bellissimo astuccio con sfondo di gocce di mercurio (appunto Liquid tension Experiment, letteralmente esperimenti sulla tensione superficiale dei liquidi n.d.r.) che anche ad un occhio non troppo attento fa comunque piacere, e presenta un booklet (purtoppo con poche fotografie) nel quale si può leggere tutta la cronistoria fino alla produzione finale del CD.
Casa discografica: Magna Carta
Anno: 1998
Aggiungi Commento