Una delle prime cose che ho imparato alla lezione di storia del cinema è che con la nascita di questo il teatro ha iniziato a decadere. Qualcuno dice che sia addirittura morto, mi sembra esagerato: ok, non sarò un frequentatore settimanale ma penso che anche voi, come me, qualche classico l’avrete visto. E poi oltre la rivisitazione dei classici c’è anche qualche talentuoso teatrante di nuova generazione come, tra i nostri compatrioti, Marco Paolini e Ascanio Celestini che fanno un validissimo lavoro nel genere del teatro di narrazione: un teatro basato sul raccontare le azioni con un monologo e non nel metterle in scena.Una cosa molto simile a quella che vorrebbero fare Lou Reed e i Metallica in “Lulu”: Reed ci mette la narrazione a mo’ di monologo e i Metallica l’accompagnano musicalmente e vocalmente per amplificare gli stati d’animo da lui descritti. Il tema è tratto dalle due più celebri pièce di Frank Wedekind, “Erdgeist” e “Die Büchse der Pandora”, che trattano entrambe le traversie della controversa Lulu tra sesso e violenza.L’idea è senza dubbio affascinante: i Metallica nella loro carriera si sono dimostrati maestri nel creare atmosfere malsane e l’ultimamente sottovalutato Lou Reed ha all’attivo almeno due pietre miliari da solista e ben quattro con i leggendari The Velvet Underground.
Naturalmente se vi aspettate l’erede di “Master of Puppets” o un lavoro in stile The Velvet Underground resterete delusi: queste due geniali entità si sono unite per sperimentare qualcosa di interessante e unico; viste le immense qualità che li hanno portati nella leggenda della musica, hanno tutte le doti per riuscire in questa impresa.
Ecco, proprio l’avere tutte le carte in regola rende ancora più cocente la delusione per “Lulu”.I pretenziosi due cd che formano l’opera ci portano ad affrontare una faticosa ora e mezza tra momenti più e meno musicali, cadendo spesso in uno Spoken Word (questo non è necessariamente un problema) che fa sembrare di assistere a una seduta di letture. La musica in questi casi diviene quasi un accessorio di cui si può anche fare a meno (come in “Little Dog” e numerosi altri stacchi), pur riuscendo, questo è innegabile, a creare atmosfere funzionali che riescono ad amplificare le parole di Reed.Potremmo dire che questo disco si fondi, in un certo senso, sul minimalismo: sia musicale, visto che molti minuti si basano su atmosfere minime (il lunghissimo finale di “Junior Dad” e lo stacco di “Frustration” per esempio), che (soprattutto) creativo, e come potete intuire ciò è pessimo.“Dragon”, “The View”, “Brandenburg Gate”, “Frustration” e “Mistress Dread” (nonostante i discreti stacchi finali delle ultime due) pur avendo dei riff quasi rispettabili, tendono all’esasperazione ripetitiva, mostrando una pigrizia compositiva piuttosto preoccupante (soprattutto pensando che quest’album era stato presentato come l’unione tra “Master Of Puppets” e “Berlin”…) che ha enormi ripercussioni in canzoni dalla durata così amplia. A completare il quadro c’è un fenomeno positivo ed unico: Lars Ulrich suona la batteria divertendosi e lasciando spazio a un minimo di varietà che non fa gridare al miracolo, ma fa piacere. Anche se d’altro canto abbiamo perso definitivamente Hammett, con delle parti soliste, fortunatamente appena accennate, che fanno venire la pelle d’oca (quello che avviene poco dopo il quinto minuto di “Dragon” è traumatico).Comunque sia il prodotto in sé funziona, come del resto ogni brano (“Cheat On Me”, “Mistress Dread”, “Iced Honey” e “Frustration” per citare i più riusciti); e dire che “Lulu” sia un ammasso di suoni messi a caso non gli rende giustizia. Diciamo che è più come acquistare la copia illegale di un qualsiasi oggetto, che sia di abbigliamento o elettronico: farà anche il suo dovere, ma lo fa in maniera estremamente mediocre.La qualità non si riesce a trovarla neanche nei testi, che trasmettono certamente la situazione di profondo degrado della nostra eroina, ma lo fanno senza infamia né lode. Se vogliamo trovare una giustificazione a tutto ciò potremmo dire che i Metallica e Reed abbiano deciso di fare un disco fastidioso e decadente quanto i fatti narrati, però è un’ipotesi piuttosto debole e che difficilmente porterà ad adorare “Lulu” come un’opera d’arte.Il coraggio di sperimentare è sicuramente da elogiare per i Metallica, che almeno hanno smosso un po’ le acque stagne in cui si trovano da anni (al di là del risultato). Non credete, però, che si siano inventati qualcosa di nuovo: c’è gente che lo Spoken Word lo fa come genere con risultati molto migliori (Current 93 per esempio, per restare sull’oscuro); non c’è, quindi, neanche il beneficio di essere precursori di qualcosa per Reed e compagni.In conclusione, ascoltarlo non vi recherà danni cerebrali irrimediabili: coloro che prima dell’uscita erano molto pessimisti forse saranno anche sollevati dal fatto che sia mediocre e non inascoltabile, mentre gli ottimisti che giustamente credevano nelle capacità di queste due leggende che cooperano non potranno sfuggire alla delusione.
Se posso darvi un consiglio, investite i quindici/venti euro destinati a “Lulu” per uno spettacolo di Paolini, Celestini o qualche classico. Vi assicuro che è un’esperienza molto più costruttiva e divertente.
Genere: Heavy Metal, Spoken Word
Line – Up:Lou Reed – voce, chitarra ritmica, tastieraJames Hetfield – voce, chitarra ritmica
Kirk Hammett – chitarra solista
Robert Trujillo – basso
Lars Ulrich – batteria
Altri musicisti:
Sarth Calhoun – elettronica
Jenny Scheinman – violino, viola e arrangiamenti
Megan Gould – violino
Ron Lawrence – viola
Marika Hughes – violoncello
Ulrich Maas – violoncello (in Little Dog e Frustration)
Rob Wasserman – basso (in Junior Dad)
Jessica Troy – viola (in Junior Dad)
Tracklist:CD11. “Brandenburg Gate”
2. “The View”
3. “Pumping Blood”
4. “Mistress Dread”
5. “Iced Honey”
6. “Cheat on Me” CD21. “Frustration”
2. “Little Dog”
3. “Dragon”
4. “Junior Dad”
Francesco “Forsaken_In_A_Dream” Cicero
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