Affilato, tagliente come una lama (a cominciare dall’artwork) e diretto come una mazzata, ecco che arriva Alliance Of Thieves, il debut album dei Meshiaak, gruppo australiano formato da Denny Camilleri, chitarra ritmica e voce, Dean Wells, chitarra solista e cori, Nick Walker al basso e Jon Dette dietro le pelli (lo ricordiamo per aver militato negli Iced Earth, Testament, Slayer e Anthrax).
Suonato e prodotto magistralmente per l’etichetta Mascot, l’album è stato registrato in California nei Jingletown Recording Studios (di proprietà dei Green Day) e missato da Jacob Hansen (Volbeat, Pretty Maids, Destruction, Anvil, Aramanthe, Epica, U.D.O. e Primal Fear).
La prima bordata arriva con “Chronicles Of Death” (secondo singolo estratto), brano che pesca a piene mani dal tradizionale thrash anni ’80 rivitalizzato dal sound attuale della release.
Metallica e Megadeth dei tempi d’oro spuntano fuori nella più classica “It Burns At Both Ends” – con tanto di intro arabeggiante assai cara al periodo – che ci lascia in compagnia della più cadenzata “I Am Among You”, che si discosta dalle altre per l’intermezzo acustico che sfocia in un gran bel solo di chitarra.
È poi la volta del primo singolo tratto dall’album, “Drowning, Fading, Falling”, decisamente più mainstream, con l’intro di archi e un ritornello che strizza l’occhio a sonorità più nu metal, se non addirittura metalcore. Sempre ottimi gli interventi solisti di Dean Wells che, pur non distinguendosi per innovazione stilistica, si fa notare per la perizia tecnica e pertinenza.
Potente mid-tempo dal sound più moderno, “At The Edge Of The World” ha le potenzialità per essere un altro singolo, con il synth indietro nel mix e l’alternanza tra voce pulita e scream che ci porta verso la brutale “Last Breath Taken”, dove i nostri sfogano in pieno la loro vena di thrash metaller più incalliti.
Tripudio di doppia cassa e frequenti cambi di tempo per “Maniacal”, che lascia il posto alla title-track, in cui la band di Hetfield e soci torna a fare capolino e che riversa tutta la propria rabbia sugli indifesi ascoltatori, spingendo prepotentemente verso la conclusiva “Death Of An Anthem” dall’ispirata intro acustica che mette in risalto la bella voce calda di Denny Camilleri e si rivela uno dei pezzi migliori di Alliance Of Thieves.
Pur non brillando per originalità, il debut album dei Meshiaak si distingue per l’ottima tecnica dei musicisti e la grande cura compositiva e di arrangiamento dei brani.
Aspettiamo con ansia la prossima prova.
Ampelio Bonaguro
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