Un disco come “Bar Tritolo”, terzo lavoro in studio del batterista Nelide Bandello, fa capire chiaramente come sia sempre possibile confezionare dei signori album strumentali tutt’altro che piatti e prevedibili. Gli undici pezzi inediti che compongono la raccolta, registrata il 28 ottobre del 2013 da Andrea Cajelli presso La Sauna di Varano Borghi, sono frutto di grande ispirazione e fantasia, oltreché di ottima conoscenza musicale. Non c’è dubbio.Bar Tritolo è un album che tiene sicuramente conto della tradizione, soprattutto quando salgono in cattedra entusiasmanti digressioni di stampo jazz. Tuttavia in questo lavoro non può essere ignorata una buona dose di contaminazione e di modernità: connotati, questi, che si riscontrano sia in diversi e curiosi passaggi musicali, sia nella scelta ricorrente di suoni particolari, accattivanti, e il più delle volte acidi, a metà strada fra Morphine e Faith No More.L’ottima resa globale del disco è garantita da parecchi fattori: la pregevole qualità della scrittura, l’eleganza e l’omogeneità sonora, l’eclettismo degli arrangiamenti e poi la notevole intensità a livello di esecuzione. Ecco, se c’è un aspetto che più colpisce e convince di Bar Tritolo è il modo impeccabile attraverso cui i brani dell’album sono stati suonati.Per incidere questo Lp Bandello ha deciso di affidarsi alla versatilità del chitarrista Enrico Terragnoli, mai invadente ed eccessivamente virtuoso nei fraseggi, e all’estro, al genio di Piero Bittolo Bon, che di Bar Tritolo ha curato tutte le parti di sax (contralto e baritono) e di clarinetto. Attraverso un’incredibile sintonia, il trio in questione ha saputo conferire ad ognuno degli undici pezzi in scaletta spessore ed efficacia: per quanto omogenea e coerente dall’inizio alla fine, questa nuova produzione di Bandello, rilasciata il 6 ottobre scorso per El Gallo Rojo Records, riesce puntualmente a sorprendere, e ciò è senz’altro dovuto all’importante affiatamento che si è originato tra i musicisti che hanno preso parte alle registrazioni – da non dimenticare anche la presenza di Stefano Senni, che ha suonato il basso sulla traccia conclusiva intitolata “Plot Device“.L’umiltà e la preparazione di queste persone ha pesato moltissimo in fase di produzione: se Bar Tritolo appare di continuo instabile e sfuggente, è perché in sala d’incisione sono stati fatti dei ragionamenti ben precisi con l’obiettivo di creare un qualcosa di maturo, compatto, autentico e poco effimero. E per arrivare a ciò, Bandello e i suoi “collaboratori” hanno cercato di rispettare ed esaltare con la giusta sensibilità la natura, l’impronta di ogni traccia.C’è un’evidente componente jazz nel cd, non lo si può negare. Ma ascoltando più volte l’album, mixato sempre da Andrea Cajelli e masterizzato da Max Trisotto, si possono man mano individuare sprazzi di sperimentazione che conferiscono al lavoro un bel taglio rock. E parliamo di un rock mutevole e ricercato, in quanto ibridato con elementi musicali centro e nordamericani.Insomma, Bar Tritolo è davvero un bel sentire. Non pensate che sia il classico disco di nicchia. Di sicuro servono orecchie allenate per contestualizzarlo ed assimilarlo, ma non immaginatevi una produzione spigolosa e alla portata di pochi. Provate ad esempio a contemplarne le sfumature: vi ipnotizzerà, vi stregherà. Dolcemente.Alessandro BasileGenere: Experimental Rock, JazzLine-up:
Nelide Bandello – batteria
Enrico Terragnoli – chitarre elettriche, podophono
Piero Bittolo Bon – sax contralto, sax baritono, clarinetto
Progetti simili consigliati: Zeno De Rossi Trio, Guano Padano, Ronin, VonneumannTracklist:
1. There Will Never Be Another Youth
2. We Pod
3. Growl
4. Riscolum
5. Go Fish It
6. El Toro
7. Svegliati, Cazzo!
8. Licmophora
9. Rev Donut
10. Bar Tritolo
11. Plot Device
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