Concluso il tour europeo promozionale di The Perfect Element – Part 1 e prima di iniziare quello successivo, i Pain Of Salvation stupiscono realizzando in pochi mesi un nuovo concept-album, che contrariamente alle attese, non si sviluppa intorno al tema portante di The Perfect Element – Part 1. Daniel Gildenlow, principale mente creativa del gruppo, afferma: “[…] This concept is the most personal I have made, it is about a crisis in a relationship, the sometimes fine line between love and sex and the role of our past when it comes to interaction with other people […]” Confermando la formazione di The Perfect Element – Part 1 (Daniel Gildenlow – voce solista e chitarra, Kristoffer Gildenlow – basso e cori, Johan Hallgren – chitarra e cori, Frederik Hermansson – tastiere, Johan Langell – percussioni e cori), il gruppo dimostra di essere maturato e di aver acquisito ulteriore compattezza. Rimanendo fedeli al loro caratteristico “sound”, raffinano la propria arte a conferma del fatto che rappresentano “qualcosa di diverso”. Un album meno “ruvido” dei precedenti, più melodico e maggiormente dotato di continuità musicale; forse meno “smaccatamente” tecnico e per questo motivo potrebbe deludere i fanatici della “tecnica a tutti i costi”. Tuttavia, esso è forse, quanto di più innovativo vi sia sulla scena “progressive metal” odierna. Come sempre le armonizzazioni vocali dei cori rappresentano uno dei punti di forza del disco, ma anche le musiche ed i testi sono come al solito di altissimo livello. Se da un lato la “rapidità” con cui è stato realizzato l’album, in quasi due mesi e mezzo, ha certamente contribuito ad avere testi “intensi” (è stata intenzione di Daniel Gildenlow realizzarlo “di getto”, in modo da non razionalizzarne troppo il contenuto, essendo un disco essenzialmente autobiografico), dall’altro ha penalizzato leggermente le melodie, che rispetto al passato, sono certamente meno “sofisticate”; questo può anche non essere considerato un difetto. Questo disco è da consigliare a quanti sono alla ricerca di emozioni, ancor prima che di musica. Un album da assaporarne con calma, più e più volte, testi alla mano, per comprenderne la “squisita” e multi-sfacettata componente emotiva!
Casa discografica: InsideOut
Anno: 2002
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