Il cd Short Stories è la tredicesima tappa del lungo viaggio artistico di Beppe Gambetta con la sua chitarra acustica.
Pubblicato dall’etichetta canadese Borealis, l’album è ispirato più che mai dalla vita da globetrotter del chitarrista genovese tra le due sponde dell’oceano Atlantico. Sì, perché Beppe da molti anni divide equamente il suo tempo tra il Nord America e l’Europa, pur mantenendo ben salde le sue radici culturali ed emotive nella sua nativa Genova.
La sua anima di ricercatore lo porta ad esplorare, in senso figurato e non, territori, paesaggi, persone e storie da entrambi i lati dell’oceano. La sua sincera passione per la country music nordamericana, per il bluegrass, per la chitarra acustica, per le sonorità che ha saputo esprimere grazie alla tecnica flatpicking, di cui è un vero maestro, invece di relegarlo e ingabbiarlo in un cliché claustrofobico, gli è stata di sostegno per allargare i propri orizzonti alla musica europea e italiana.
Ed è grazie a questo approccio creativamente intelligente che bellezza e ricerca convivono in perfetto equilibrio anche in quest’ultimo album. Short Stories ci presenta un viaggio di quaranta minuti, che passa attraverso tre composizioni originali: “Benedicta 1944“, scritta per ricordare il massacro di un gruppo di giovani partigiani, rifugiatisi nel monastero di Benedicta, da parte dei nazifascisti;
“Super Hit“, un titolo ironico per un brano anomalo e altamente tecnico, a esorcizzare la facile strada dei talent show televisivi; “Notes from the Road“, un pezzo, anzi il pezzo manifesto di tutto il CD, dove Beppe ribadisce che la sola risposta alle molte domande sulla follia dei nostri tempi è continuare a percorrere la nostra strada per incontrare persone e musica da condividere.
E il viaggio continua con quattro arrangiamenti molto innovativi di canzoni in quattro lingue, l’inglese, il tedesco, l’italiano e il genovese. Tra queste – accanto a “Randall Collins” di Norman Blake e “Der Wind Tragt Uns Davon“, versione tedesca di un brano dei Noir Désir da parte del cantautore Felix Meyer – spiccano due canzoni di Fabrizio De André, figura di riferimento da sempre per Gambetta.
Si tratta di una bellissima versione de “Il pescatore”, dove le chitarre disegnano morbidamente e al tempo stesso intensamente le armonie del famosissimo brano di Faber, e “Jamin-a“, quest’ultima scritta a quattro mani con Mauro Pagani, in cui l’arrangiamento di Beppe rende omaggio alle sonorità roots americane.
Una nota particolare merita “La vergine degli angeli“, la famosa aria di Giuseppe Verdi tratta da La forza del destino: in questo caso Beppe Gambetta ha realizzato un arrangiamento ‘a orecchio’, nel solco della tradizione dei musicisti folk di un secolo e mezzo fa, che trascrivevano a memoria – su strumenti meno nobili di quelli ufficiali, come chitarre e mandolini – le arie d’opera che erano riusciti ad ascoltare, per renderle accessibili alle persone del popolo; una bella operazione filologico-sentimentale.
Chiude questo splendido album un’emozionante esibizione dal vivo tratta dalla Acoustic Night del 2017 e ripresa al Teatro della Corte a Genova, dove il padrone di casa – insieme a Pat Flynn, David Grier e Bryan Sutton – rende omaggio con il “Doc Watson Medley” al papà di tutti i flatpicker del mondo.
La chitarra acustica per intrattenere e comunicare tra i popoli!
La recensione di Gabriele Longo è pubblicata sul n. 6/2018 di Chitarra Acustica.
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