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Quando l’emozione cammina sui tasti di un pianoforte

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Destare interesse risultando al tempo stesso abili ed essenziali, per giunta suonando un solo strumento all'interno di un disco, non è mai affare semplice.

Anche per questo motivo mi fa piacere soffermarmi in questa sede sulle sensazioni ricavate dall’ascolto dell’album in questione. L’artefice di Round è un artista italiano ma dalla spiccata propensione internazionale, che proprio in questo senso sta iniziando a ricevere importanti riconoscimenti al di là dei confini locali.

Chi è Jerome

All’anagrafe Carmelo Di Girolamo, in arte Jerome: questo il nome dell’artefice del lavoro che possiamo ascoltare qui. Pianista e compositore dalla solida formazione accademica, perfezionata in giro per l’Europa, Jerome è un artista dal carattere trasversale: pur avendo fatto dei tasti bianchi e neri la sua raison d’etre, è infatti attivo anche come producer/creator nel mondo della musica elettronica.

La collaborazione con la Royal Academy of Dance sancisce anche un deciso legame col mondo della danza, tutto questo senza trascurare una ultra-decennale attività didattica sul territorio nazionale.
E per concludere arrivando ai tempi più recenti, è freschissimo il trionfo nella categoria Pop del Canadian International Music Competition, obiettivo centrato portando in gara proprio un brano estratto dal suo LP di esordio, la quinta traccia “Breathe, Right Now“.


Round, parla solo il pianoforte

C’è una domanda, in varie declinazioni, che fa la sua comparsa ogni volta che mi ritrovo a parlare di un disco per pianoforte solo: “Quanto suona Classica? Quanto suona Jazz? Quanto suona Popular Music?“.
La premessa testuale di Round viene in aiuto in tal senso: si tratta di un album dalle sonorità pop contemporeanee. È sicuramente un’indicazione importante, se non altro perché introduce al contesto nel quale l’ispirazione di Jerome si è mossa all’interno del disco in oggetto.

Credo però che in questo caso sia necessario ragionare in un’ottica più ampia. Il materiale è sicuramente fruibile a un “ascolto popular”, ciò non toglie che si intravedano i connotati di una formazione che ha tutt’altro che trascurato gli aspetti tradizionali del pianoforte, in particolare per quanto concerne interpretazione e dinamica.

L’essenzialità riconducibile alla musicalità moderna si riscontra piuttosto nelle armonie dalla misurata complicatezza e nelle melodie dal carattere cantabile anche laddove molto articolate, in situazioni che appaiono particolarmente volte alle risoluzioni gioiose, pur con momenti dalla più spiccata (ma altrettanto gradevole) vena introspettiva.

Tra i vari riconoscimenti che vanno fatti all’artista c’è sicuramente quello di saper mettere tutte le sue sviluppatissime capacità completamente al servizio dell’elemento musicale: pur essendo tranquillamente in grado di stupire con l’abilità, Jerome sceglie invece di farlo attraverso una profonda ispirazione.

Ma in conclusione, cosa si vuole intendere in questa sede parlando di “ispirazione”? Semplicemente quella particolare capacità che un artista ha di trasmettere suggestioni permanenti attraverso un potere intangibile, qualcosa che a parole può essere spiegato solo fino a un certo punto.
E che invece, per poterne cogliere la reale essenza, è opportuno che venga ascoltato.

Immagini di copertina su gentile concessione © jeromeofficial.com

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