Rob Balducci è famoso negli States già dal 1990, quando venne nominato “The best guitarist of New York dalla rivista Guitar for practicing Musician, che non è di certo una cosa da poco considerata la concorrenza presente nella Grande Mela. Insomma, accade quindi che Rob viene apprezzato molto da Steve Vai, e il suo secondo disco sarà successivamente rilasciato proprio dall’etichetta del guitar virtuoso, la Favored Nations Entertainment. La sua carriera continua, e Rob ha modo di farsi apprezzare sempre più come chitarrista, compositore, ed anche come insegnante, con un canale YouTube molto seguito ed apprezzato per la rubrica Lick of the Week.In questo modo Rob giunge al disco in oggetto, 821 Monroe Drive, pubblicato nell’Aprile di quest’anno, disco che probabilmente identifica il punto più alto della sua carriera grazie ad un valore artistico assolutamente notevole, soprattutto tenendo in considerazione la strada percorsa con gli altri due album, che lo vedono alle prese con una musicalità ancora acerba e non del tutto definita come nel caso di 821 Monroe Drive.In questo lavoro Rob Balducci riesce ad esprimersi in ogni sua capacità, sia tecnica che compositiva, e lo fa con un equilibrio sconvolgente. Possiamo ascoltare parti di chitarra da vero shredder, eseguite con una precisione impeccabile, ma anche lasciarci cullare da melodie pacate e avvolgenti, mai invasive. Il sound risulta davvero ben curato e capace di essere il tratto distintivo del chitarrista stesso, il motivo, tanto agognato, per cui si riconosce il musicista grazie ad una manciata di note, al loro suono e al modo in cui vengono suonate. Nell’insieme il disco vanta una qualità di suono eccellente, e tutte le composizioni non sono mai scontate, anche se poggiano su uno stile strumentale tanto caro alla Sharpnel Records, e che potremmo ormai definire un classico. Proviamo ad andare un po’ più a fondo scorrendo la tracklist. Il disco esordisce con “Creation 9“, che grazie a quel nove riesce subito a riportare ad un cliché tipicamente satrianesco, e la presenza del guitar hero emerge chiaramente nell’analisi di alcune frasi dell’assolo, in perfetto stile Satch. Il brano finisce in fade-out lasciando spazio alla title-track, “821 Monroe Drive“, che vanta una melodia mozzafiato, con un suono di chitarra imponente ed una struttura armonica davvero molto interessante. Da una power ballad si passa a qualcosa di molto più aggressivo, “Three Words“, che nel tema porta subito la mente alle melodie riconducibili all’immaginario del Sol Levante; nell’evoluzione il riferimento ai Cacophony si fa sempre più insistente, e l’assolo non è da meno. Potenza allo stato puro è invece “Step Into Liquid“, brano che rimanda immediatamente all’immaginario shred proprio degli anni ’80. Passiamo poi a “Not Enough“, che nonostante sia completamente elettrica, fa pensare ad una ballad acustica, riporta di nuovo una melodia invidiabile ed un assolo degno di nota. “Ruled By the Moon” punta invece all’atmosfera, allo stesso modo della simpatica “Majik Cat“, con la quale l’album si chiude.“Foreign Matter“, attenua la tensione con un esordio in chord/melody, rincarando leggermente la dose nella fase successiva al tema. La successiva “Castle In The Air” è ancora una volta una strizzata d’occhio alle classiche composizioni di Satriani, del resto come farne a meno. Un’ulteriore nota di merito va però a “Natlie Rose“, che mi ha impressionato sin dal principio, dando poi conferma del suo valore nell’evoluzione della sua melodia fiera ed avvincente. La successiva “Burrata” sfoggia una batteria da marching band, per poi procedere con una ritmica di più rock da sostegno ad un brano possente ma allo stesso tempo melodioso, come ormai Rob ci ha abituato. Ma non finisce esattamente qui, perché ci troviamo poi una bonus track, “Empress Redux” eseguita con sezione ritmica di percussioni e chitarra elettrica ed acustica. Per concludere devo dire che l’ascolto di questo album sembra quasi un percorso in andirivieni tra passato e presente, con le sue citazioni ad un modo di suonare tipico degli ’80. Il rischio insisto nella decisione di comporre e promuovere un disco del genere è alto, visto che non può di certo definirsi un prodotto mainstream.Probabilmente non lo è nemmeno tra gli addetti ai lavori, in un tempo in cui i guitar heros, come anche il disco strumentale in genere, non sono più apprezzati e considerati interessanti come qualche anno addietro. In ogni caso parliamo di bella musica, di composizioni ben scritte ed arrangiate, quindi, per chiudere, di un disco di alto livello.Carlo Romano GrillandiniGenere: GuitarTracklist:
1. Creation 9
2. 821 Monroe Drive
3. Three Words
4. Foreign Matter
5. Castle In The Air
6. Natalie Rose
7. Burrata
8. Step Into Liquid
9. Not Enough
10. Ruled By The Moon
11. Majik Cat
12. Empress Redux (Bonus Track)
Rob Balducci – 821 Monroe Drive
Rob Balducci è famoso negli States già dal 1990, quando venne nominato "The best guitarist of New York dalla rivista Guitar for practicing Musician, che non è di certo una cosa da poco considerata la concorrenza presente nella Grande Mela. Insomma, accade quindi che Rob viene apprezzato molto da Steve Vai, e il suo
Aggiungi Commento