Un energetico album registrato in soli tre giorni suona come un punto fermo nella carriera della band inglese, che con grinta e sfacciataggine dà dei punti alla maggior parte dei suoi colleghi.
Che gli Stones potessero suonare e cantare così a 70 anni ben suonati l’avrebbero scommesso in pochi. A dieci anni dall’ultimo album in studio e con un percorso recente costellato più da curiosità di cronaca che da fatti musicali significativi, la notizia di un inatteso ritorno a quel blues da cui tutto era partito ha fatto subito scalpore e suscitato legittime aspettative.
Per quei pochi che non lo sanno, il nome stesso della band si ricollega a una canzone di Muddy Waters e gli inizi di Jagger, Richards e del compianto Brian Jones sono ben radicati nel blues di Chicago e nella musica di Chuck Berry e Bo Diddley, e questo imprinting li ha accompagnati nell’arco di mezzo secolo pur consentendo contaminazioni e licenze varie.
Tornare a casa e rivisitare il repertorio di personaggi come Little Walter o Howlin’ Wolf potrebbe suonare come una via “sicura” rispetto al rischio di deludere ancora il proprio pubblico con la comprensibile difficoltà a scrivere hit al livello di quelle storiche, ma quello che conta veramente poi sono i risultati.
E qui sono notevoli per varie ragioni.
L’ascolto di Blue and Lonesome (Polydor Records) sorprende immediatamente con la freschezza e l’impatto sonoro di registrazioni realizzate in soli tre giorni complessivi senza sovraincisioni, con la co-produzione di Don Was attenta solo a mantenere intatta la “botta” con l’aiuto di una sana consolle valvolare d’epoca e a valorizzare l’insieme con particolare attenzione forse solo alla voce di Jagger.
Quest’ultimo canta con una grinta e una potenza che lasciano di stucco, permettendosi ogni tipo di libertà e di spavalderia, graffiando e accarezzando senza pietà le orecchie dell’ascoltatore.
Quando si arriva alla conclusiva “I Can’t Quit You Baby”, sembra quasi di percepire il messaggio subliminale al grande Plant che ne fece una versione indimenticabile nel primo album degli Zeppelin: “Caro Robert, senti cosa riesco a fare ancora oggi…“
Il sound generale si articola sulla base ritmica scandita dalla batteria inesorabile di Charlie Watts e il basso di Darryl Jones, arricchito dalle tastiere di Chuck Leavell e Matt Clifford, ma timbrato indelebilmente dall’intreccio strumentale di Keith Richards e Ronnie Wood.
Le due chitarre si fondono in un caleidoscopio di note, si inseguono e si respingono dinamicamente senza concedersi che rari spazi solistici, lasciati in due brani all’amico Eric Clapton, vicino di studio e ben disponibile a collaborare: il suo assolo su “I Can’t Quit You Baby” e la slide con cui caratterizza l’intera “Everybody Knows About My Good Thing” sono perfettamente in tono con lo stile dell’album, privo di patinature e ostentazioni.
E se Jagger non può fare a meno di mostrare tutta la sua teatralità, è anche vero che esagerazione e spudoratezza fanno parte integrante del suo personaggio e qui i Rolling Stones sono impegnati a fondo nel mostrare la loro identità più antica.
Non c’è un attimo di cedimento in Blue and Lonesome, ma volendo indicare dei momenti significativi è facile pensare a “Commit a Crime” di Howlin’ Wolf in un’esecuzione tostissima con Jagger che soffia come un forsennato nella sua armonica o al suono ignorante di “Blue and Lonesome” che farebbe invidia a Jack White e soci, ad “I Gotta Go” che marcia come un treno. “Ride’em On Down” è la colonna sonora del primo video-clip dell’album, protagonista l’attrice Kristen Stewart, e sfoggia un suono sfacciato e potente che anticipa l’incedere ipnotico, ossessivo di “Hoodoo Blues” e “Little Rain”. Ma il resto non è da meno.
Nella classifica degli artisti celebrati nell’album Little Walter è in testa con ben quattro canzoni, due per Howlin’ Wolf, e poi Magic Sam, Little Johnny Taylor, Eddie Taylor, Lightnin’ Slim, Jimmy Reed, Otis Rush, Willie Dixon come autore.
Nota di merito anche per la scelta di pezzi poco noti ma meritevoli di ascolto.
Se questo tipo di repertorio vi annoia non ve la prendete con gli Stones, ma solo con i vostri gusti musicali. Qui i ragazzi hanno fatto un lavoro eccellente.
Chissà… se imbroccano il talent giusto potrebbero anche sfondare.
Tracklist
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- 1. Just Your Fool (1960, Little Walter)
- 2. Commit A Crime (1966, Howlin’ Wolf)
- 3. Blue And Lonesome (1959, Little Walter)
- 4. All Of Your Love (1967, Magic Sam)
- 5. I Go a Go (1955, Little Walter)
- 6. Everybody Knows About My Good Thing (1971, Little Johnny Taylor – Autori: Miles Grayson & Lermon Horton)
- 7. Ride ‘Em On Down (1955, Eddie Taylor)
- 8. Hate To See You Go (1955, Little Walter)
- 9. Hoo Doo Blues (1958, Lightnin’ Slim – Autori: Otis Hicks & Jerry West)
- 10. Little Rain (1957, Jimmy Reed)
- 11. Just Like I Treat You (1961, Howlin’ Wolf – Autore: Willie Dixon)
- 12. I Can’t Quit You Baby (1956, Otis Rush – Autore: Willie Dixon)
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