Finalmente è uscito il nuovo album di Giacomo Pasquali, si intitola Time to Leave ed è un disco di grande profondità, accortezza, cuore. È il disco di un chitarrista che è anche produttore e fonico e dentro ci sono canzoni, canzoni vere, che Giacomo è in grado di scrivere e così, lo ha fatto.
Si tratta di un’opera molto importante per Giacomo Pasquali e non solo perché è un tassello fondamentale a questo punto della sua carriera per mettere in gioco il bagaglio di esperienza acquisito negli anni e mostrare la sua immagine di maturità artistica. Il motivo è molto più profondo, personale.
L’album è una dedica alla madre, venuta purtroppo a mancare non molto tempo fa, che come ci dice lo stesso Giacomo è stata la fonte principale della sua creatività, il dito che gli ha indicato la direzione del suo cammino, di vita e d’arte.
Non solo alla madre, ma è a tutta la sua famiglia che Giacomo si rivolge. Conosciamo Pasquali da molti anni oramai, se c’è una persona cui attribuire l’aggettivo “profonda” è lui, quindi la sua dedica assume un valore che va oltre la commozione, ma diventa un dato reale su cui basare l’ascolto della sua musica.
È “tempo di andare“, ma questo non vuol dire disancorarsi dalle proprie tradizioni, bensì portarle con sé, in una mano la chitarra, nell’altra le proprie radici (che, se profonde, non ghiacciano anche negli inverni più rigidi).
Il disco in sé, musicalmente, è di una piacevolezza estrema. Brano dopo brano scivola via con una tracklist assolutamente ben ponderata, fatta di sferzate e ballate che si alternano e si legano, intrecciando un tessuto senza smagliature. C’è una forza ulteriore in Giacomo: è una persona che ha suonato e suona, da professionista, moltissimi generi musicali (non è casuale che l’arrangiamento d’archi di “Goin’ Over” sia di Patrizio Maria D’Artista, con il quale Giacomo è spesso in tour).
In più, è un fonico e lavora personalmente a tutti i progetti del suo TouchClay Studio, pertanto ha un orecchio che è tutto fuorché monotono e chiuso nelle proprie idee personali.
Come una spugna assimila e rielabora, questo si sente stilisticamente sulla chitarra ma anche nella composizione e arrangiamento dei brani (che suonano anche bene, visto che anche l’orecchio audiofilo vuole la sua parte!).
Se c’è una base su cui poggia la scrittura di Giacomo Pasquali è la forma canzone. Chi scrive si è anzi trovato a consigliargli per il futuro un proprio progetto in cui inserire una o più voci, perché si sente che nella composizione, anzi, nella sua testa, ci sono brani e non basi accattivanti per suonarci sopra.
Ogni pezzo di questo disco sembra scandito nelle forme usuali di strofa e ritornello, pronto in ogni momento ad accogliere un controcanto alla chitarra. Strumento che, in effetti, canta. Si sente sensibilmente la differenza tra quando dà “voce” al brano e quando invece fa il suo mestiere andando in assolo.
Soli che oltre che belli melodicamente, anche tecnicamente sono oramai arrivati a un punto di estrema maestria e per noi che abbiamo conosciuto Giacomo ai suoi inizi è ben chiaro quanto abbia portato in pochi anni le sue capacità da un buon livello medio, “accademico”, a uno che invece ne fa non solo esecutore, ma padrone di uno stile raffinato e dai contorni chiarissimi.
Se a questo mettete dentro la sua voglia di sperimentare con suoni ed effetti, ad esempio sul solo di “These Chains” in cui la chitarra diventa praticamente un synth, ne esce un quadro artistico più che completo.
Il “disco della maturità” si dice.
Beh, questo Time to Leave lo è sicuramente per Giacomo Pasquali, che ha un grande futuro davanti a sé.
Nota finale per i chitarristi
No, non ci siamo scordati di voi! Pasquali in quest’album sfoggia un suono di tutto rispetto e oltre alle proprie capacità di recording e mixing, che vanno a unirsi al mastering curato da Giampiero Ulacco, nelle sue mani ci sono dei mezzi tecnici di tutto rispetto.
Iniziamo col nominare i marchi di cui è anche endorser, come la chitarre APS, marchio 100% italiano, sui cui Giacomo monta gli ottimi pickup Bare Knuckle. Il suono di questa combinazione corre su cavi Reference Laboratory per incontrare le splendide testate e casse di Mezzabarba Custom Amplification. Tra i piedi di Giacomo troviamo gli effetti a pedale di VDL Professional Analogics, Wampler, KOR e Dolphin’s Sound.
Sulla parte acustica fanno la loro ottima scena le chitarre prodotte dalla Eko. Un setup che quindi ha molto di italiano, il che non può che farci grande piacere.
Giacomo è inoltre endorser per D’Addario/Planet Waves, Hipshot ed Essetipicks.
Line-Up:
- Chitarra: Giacomo Pasquali
- Batteria: Davide Cancelli
- Basso: Simone D’Andrea
- Piano e Synth: Pierfrancesco Speziale
- Violino (traccia 5): Elenoire Javanmardi
Dove acquistare/ascoltare il disco:
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Dalla prossima settimana l’album sarà disponibile anche in formato cd fisico, contattando direttamente Giacomo Pasquali tramite:
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YouTube: youtube.com/giacomopasquali
Sito Web: giacomopasquali.it
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