Non ci porta lontanissimo in termini geografici il disco che ascoltiamo qui: ma non per questo la “fuga” in questione è meno apprezzabile, anche perché ci conduce, quantomeno idealmente, nella bellissima Sicilia.
La storia dei Siké
È recente la nascita di questo particolare terzetto di artisti. I cantanti Vittoria D’Angelo e Giuseppe Creazzo Pantano e il chitarrista Fabio De Vincenti si sono incontrati nella nobile cornice del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma; scoprendo di avere non pochi gusti e valori artistici in comune, decidono nel 2018 di dar vita ai Siké.
Il progetto nasce con l’intento di valorizzare alcuni dei più apprezzati brani della tradizione musicale siciliana, affiancandoli a composizioni inedite di medesima ispirazione e rigorosamente in dialetto.
Parallelamente ad alcune significative esperienze dal vivo, il trio di artisti ha potuto realizzare l’importante obiettivo del primo disco in studio grazie al trionfo nel concorso “Wow Music Fest 2020”: nel settembre dello scorso anno ha quindi visto la luce Bouganville.
Racconti di vita sullo sfondo siciliano
Che si tratti dei classici della tradizione riarrangiati, oppure delle composizioni originali (firmate da Creazzo Pantano), il filo conduttore del disco è identico: la celebrata meraviglia dell’isola. È su un tale sfondo che i Siké raccontano storie di vita comune e dei sentimenti più o meno piacevoli che animano l’esperienza umana; i temi variano dal dolore della perdita al rapporto tra l’uomo e la natura, toccando anche concetti di importanza sempre attuale come la condizione di prevaricazione della donna in tempi neanche tanto lontani.
La trama musicale su cui si sviluppano queste tematiche è intessuta dal suggestivo intreccio delle voci di Giuseppe e Vittoria (con Maria Pia De Vito nel ruolo di guest al microfono), i quali dimostrano abilità, competenza e quella sensibilità collaborativa utile a evitare poco efficaci sovrapposizioni.
La terza colonna portante del disco è la chitarra di De Vincenti, una presenza costante, discreta e gradevole, tassello di complemento ideale in questa formazione che funziona davvero.
A completare la ricetta, gli ospiti Pietro Leveratto al contrabbasso e Luca Bloise alle percussioni, che col loro contributo garantiscono il fondamentale sostegno ritmico e accentuano il piacevole sapore folk che l’ascolto del disco lascia negli orecchi; regala emozioni vere anche la partecipazione di Gabriele Mirabassi al clarinetto.
Non è solo folklore locale
Farei un torto a Bouganville se ne consigliassi l’ascolto soltanto a chi ha inclinazioni verso la musica tradizionale del territorio di riferimento. Io stesso posso dirmi tutt’altro che un esperto di tale terreno: ciò nonostante, l’album ha immediatamente agganciato la mia curiosità per una freschezza che ben si addice agli intensi colori della Sicilia.
I Siké dipingono scenari che in teoria sarebbero estranei a chi non ha vissuto quella terra affascinante in prima persona, eppure lo fanno con semplicità e confidenza tali da rendere facile l’accesso a certe sensazioni anche a chi, come il sottoscritto, non è esattamente di casa a quelle latitudini.
E anche se si tratta di un partire esclusivamente emozionale, è comunque un bel viaggiare.
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