Domenica si è tenuta a Padova, nella bella cornice dell’Hotel Sheraton Four Points, piacevolmente a un passo dall’uscita autostradale, la prima edizione della nuova fiera musicale per chitarra e basso Guitar Show, organizzata da un nome che nel settore non è certo uno sconosciuto, Luca Friso.
Anche se hai già 15 anni nel settore fieristico alle spalle, costellati di molti successi, non è facile decidere di mettersi sulle proprie spalle l’intera organizzazione di un evento, poiché l’esperienza ti ha già insegnato quale carico di lavoro e di responsabilità ti accingi ad affrontare. E basta un niente per complicare anche le situazioni apparentemente semplici.
Ma Friso, lo anticipiamo subito, ce l’ha fatta, portando a casa un risultato che, per essere una prima edizione, si può definire a tutti gli effetti straordinario, pur con i dovuti margini di miglioramento che sono senza dubbio da stimolo per le edizioni future.
Il primo aspetto che mi preme sottolineare è la grande presenza degli espositori (addirittura con richieste in overbooking per cui non tutti hanno trovato posto quest’anno). C’erano dai grandi marchi ai piccoli artigiani, dai nomi più significativi della distribuzione italiana di strumenti musicali a uno stuolo di musicisti d’eccezione che hanno dato il massimo in ogni performance (seguite i link nel testo per qualche assaggio in video).
Questo non è solo una conseguenza di un’opportunità commerciale e di visibilità accolta da subito con estremo e legittimo interesse, ma è soprattutto il riconoscimento di una fiducia nell’organizzazione che, essendo questa una prima edizione, era un esame importantissimo, laddove, nella pratica, “i nodi sarebbero venuti al pettine” per così dire.
Noi di MusicOff, uniti a coloro che hanno da subito abbracciato l’entusiasmo per la creazione di questo evento, abbiamo colto da subito anche l’importanza di un’opportunità che da tempo mancava, quella di avere un evento fieristico importante in quel Nord-Est italiano che, pur essendo patria di un numero sterminato di musicisti, era vittima di un vuoto in tal senso da sin troppo tempo.
I non più giovani come me si ricorderanno della bella fiera di Soave, che pur rimanendo su ambiti più collezionistici/artigianali, regalava sempre un bel fine settimana agli appassionati. Venuta a mancare questa occasione nel 2012, era illogico che per un territorio così ricco di musicisti come il Triveneto e tutte le regioni limitrofe, fino ai confini, non ci fosse un evento annuale di simile caratura.
Ed ecco quindi ora nascere questo Guitar Show, sotto tutti i migliori auspici e con un primo passo compiuto in maniera salda e sicura.
Aperti i cancelli alle 10 del mattino, con già una lunga fila ad aspettare davanti le porte, in circa un’ora abbiamo visto riempirsi corridoi e sale dello Sheraton, con una velocità davvero notevole. Invogliate anche da una bella giornata di sole, moltissime persone si sono riversate nell’Hotel, occupando la varie superfici adibite a specifici usi.
Prima nota positiva: la netta e intelligente divisione degli spazi. Sale allestite e distribuite con un criterio “audiofilo” ben ponderato, insomma, se ci permettete una battuta, “chiacchieroni da una parte, casinisti dall’altra“, in senso buono ovviamente.
Così, al piano terra alcune grandi sale ospitavano la liuteria e altri artigiani, alcuni negozi di parti e accessori, i distributori con i loro prodotti. Nella sala più grande, ad esempio, si potevano da un lato ammirare le belle creazioni dei liutai del gruppo di EGB, che conoscete sicuramente dalla serie di articoli pubblicati qui su Musicoff, e al contempo dialogare con un distributore quale Bode sugli ultimi prodotti D’Addario e altri brand, o provare qualche plettro del produttore Devil Picks (o magari comprarsi un bel cappello alla Lemmy dei Motorhead allo stand di vestiario lì accanto).
Stessa cosa nelle altre sale, ricche anche di spunti interessanti come nel caso di Prase/Shure, con la possibilità di ascoltare seminari in cuffia (per esempio quelli di Enrico Santacatterina sulla microfonazione delle chitarre) o confrontare in tempo reale vari tipi di microfoni per la voce sempre isolati da buone headphones.
Sale a cui portavano corridoi ai cui lati prendevano posto alcune stanze più piccole riservate a produttori di effetti a pedale, come quella di Dolphin’s Sound con i suoi numerosi endorser.
Sempre al primo piano era presente il più grandicello auditorium per i concerti e qui ne abbiamo viste davvero delle belle: il palco, aiutato da un impianto ben commisurato all’ambiente (anzi, anche di più!), è stato il terreno di sfogo di prestigiosi musicisti che hanno fatto scintille, da Andrea Braido alla super band di Giacomo Castellano e Giuseppe Scarpato, al power trio dei Malafede di Malaman/Quagliato/Bertuzzi (e sono stati power in senso letterale!).
Tutto il primo piano dell’albergo era invece destinato agli espositori casinisti. Ovviamente si fa per dire, perché la qualità dei decibel generati dai tanti stupendi strumenti in prova/demo giustificava qualsiasi tacca di volume in più. Le stanze dello Sheraton, perfettamente insonorizzate, hanno permesso di avere una netta suddivisione sonora e un assoluto benessere una volta rientrati nel corridoio per spostarsi da una camera all’altra.
Ed è così che si poteva passare dai nuovi amplificatori Costalab ai prodotti di LAA Custom, dalle magie delle piccole testate DV Mark (alcune in anteprima come visto nel nostro video con Stefano “Sebo” Xotta) alle note pesanti come macigni degli amplificatori di Pierangelo Mezzabarba, che come da tradizione ha voluto una delle sistemazioni più grandi per adibire un palco su cui far suonare i suoi più fidati amici (endorser sarebbe riduttivo), dal mitico Castellano all’ex-giovane (non per età anagrafica ma in merito all’esperienza musicale) Giacomo Pasquali, tra l’altro MusicOffilo di vecchia data.
Infine, nell’ampia area bar dell’Hotel, era allestito un ulteriore palco per le esibizioni acustiche e qui, proprio a fine serata, abbiamo avuto l’estremo piacere di ascoltare l’esibizione di Gavino Loche, un chitarrista straordinario che ha accompagnato l’ultima mezz’ora della nostra “Guitar Show experience” fino alle 18.30, orario di chiusura della fiera.
Questi sono solo pochi e significativi aspetti di questo evento appena passato e che già si prepara all’edizione del 2018, sempre il 20 maggio.
La quantità di amici, musicisti, marchi incontrati lungo la giornata è davvero troppo lunga e rischierei di far torto a qualcuno non nominandolo per momentanea dimenticanza, ma ecco, se ovviamente non potevano esserci “tutti”, l’impressione a pelle era che, appunto, “c’erano tutti“. O quantomeno, molti. Perché, siamo sicuri, ancora di più saranno in futuro.
E, se il momento degli elogi è doveroso nel dopo di una fiera così ben riuscita, lo è altrettanto quelle delle critiche, o meglio, dei consigli.
Sicuramente il tutto è riassumibile in un solo, doveroso monito: ampliare gli spazi.
Essendo una prima edizione, è normale che la partenza sia stata giustamente cauta. Ma a fronte delle migliaia di persone intervenute, è necessario fornire spazi maggiormente adeguati, soprattutto per situazioni come quelle del primo piano dove nei momenti di maggiore calca si è fatta un po’ fatica nei passaggi e nel poter entrare nelle varie stanze per assistere alle demo.
Ma come si dice, avere difficoltà di affollamento nelle sale per un afflusso che ha di molto superato le pur nutrite prevendite, è comunque uno stimolo positivo che dà fiducia nel poter osare di più e siamo sicuri che Luca Friso sta già pensando a questo aspetto. Anche se gli auguriamo di passare almeno qualche giorno di riposo!
Aggiungiamo, un aiutino in più al bar e un occhio di riguardo alla ristorazione, che forse era un po’ sbilanciata nei costi tra la soluzione unica del panino+bevanda e quella del ristorante dell’albergo certo non proprio a buon mercato.
Non ci dispiacerebbe, infine, una saletta esclusivamente dedicata all’usato dei privati, come avveniva un tempo in altre manifestazioni.
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In fondo a questo reportage, corredato dalle bellissime foto di Morgan Shooting (a questo link l’album completo). vorrei condividere un pensiero: questo successo è l’ennesimo simbolo che il mondo della musica, a qualsiasi livello, non può essere ridotto e accentrato solo a pochi eventi, ma deve poggiarsi necessariamente su varie organizzazioni in vari punti d’Italia che hanno non solo l’opportunità, ma la necessità di dialogare tra loro e di creare una rete interconnessa che punti al bene di tutti.
In questa rete agisca pure la sana meritocrazia nel premiare chi mostra di avere le qualità per eccellere e far riflettere chi ancora non ha del tutto oliato le ruote dei propri meccanismi.
E quindi che dire in questo caso se non… benvenuto al mondo Guitar Show!
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