A una settimana dal termine di Music Inside Rimini 2019 ecco le nostre conclusioni sui due giorni di visite e incontri e sulle demo cui abbiamo assistito.
Innanzitutto c’è da dire che il MIR si conferma come la fiera del popolo del live, con la partecipazione di tutti i protagonisti professionali più importanti delle scene audio, lighting e video del nostro paese (salvo ovviamente quelli in tour).
Infatti, nonostante quest’anno il maltempo sia stato un forte deterrente, abbiamo avuto il piacere di incontrarli di nuovo e di scambiare quattro chiacchiere sul lavoro e le reciproche opinioni sulle novità e su ciò che abbiamo visto e ascoltato.
L’impressione generale è che anche in questa manifestazione lo spettacolo stia prendendo il sopravvento sull’audio puro, contemplando tutta una serie di dimostrazioni e offerte legate al cosiddetto entertainment, il quale da complemento per la buona riuscita dello spettacolo si sta da qualche anno ritagliando una fetta sempre più importante dell’attenzione del pubblico e quindi di tutti gli operatori coinvolti professionalmente.
Non che l’interesse verso l’audio sia diminuito, come dimostrato dalla grande affluenza e dall’interesse degli operatori nei padiglioni dei palchi del Live You Play per demo, spettacoli e simulazioni, ma è evidente che il budget per gli spettacoli si sta orientando piuttosto verso video e luci.
Come dicevamo fra operatori, a causa della crisi si cerca di prolungare la vita della parte più costosa del set, magari ammortizzando in tempi più lunghi un bel line array per le situazioni più importanti o una colonna per quelle visivamente meno intrusive.
Magari in questa fase si cerca di aggiornare la propria scheda tecnica con mixer digitali dell’ultima generazione, per i quali le più recenti tecnologie offrono un’ulteriore riduzione dei costi nonostante l’aumento di qualità e la versatilità con funzioni essenziali e opzionali.
Ogni investimento nell’audio diventa sempre più oculato, anche se resta sempre alto l’interesse verso i prodotti per i quali l’investimento non è a cinque cifre, come nuovi microfoni e/o outboard di qualità.
Per il resto c’è da rilevare l’interesse crescente verso le tecnologie, merito anche dei seminari allo stato dell’arte realizzati di concerto con la divisione italiana dell’Audio Engineering Society.
Concludiamo dunque con un lunga vita al MIR, per l’edizione 2020 ci aspettiamo ulteriori aperture ad altri segmenti di mercato e iniziative che siano ancor più coinvolgenti per il mondo dello spettacolo, a partire dal sentire sempre meglio!
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