Nell’intervista Christian Frederick Martin IV racconta 30 anni e più di storia del mitico marchio di chitarre acustiche, fra tradizione e ‘reimmaginazione’.
C.F. Martin IV è stato nominato Chairman e Chief Executive Officer di C.F. Martin & Co. nel 1986. Da quel momento, ha supervisionato uno dei periodi di crescita di maggior successo che l’azienda ha conosciuto nei suoi 185 anni di storia.
Sotto la sua direzione, C.F. Martin ha aperto stabilimenti di produzione a Navojoa, in Messico, e ha ampliato la gamma di chitarre per includere i modelli economici delle serie X e Road.
Più recentemente, il ‘signor Martin’ ha supervisionato la ‘reimmaginazione’ delle chitarre della serie standard, che include l’iconica D-28 utilizzata da Paul McCartney, John Lennon, Bob Dylan, David Gilmour e Noel Gallagher, solo per citarne alcuni.
Come ti sei preparato per ‘diventare’ Chris Martin? Immagino che la tua storia non sia comune, in molti modi…
Vedi, i miei genitori erano divorziati e, di conseguenza, non sono cresciuto nell’azienda di famiglia. Tornavo per una settimana o due a casa d’estate per stare con i miei nonni. Non è stato che alla fine della high school che ho iniziato a capire che l’attività di famiglia era qualcosa cui dovevo prestare attenzione.
Cosa caratterizza il tuo ruolo di ‘guardiano’ della tradizione Martin?
Prima di tutto, cercare di definire la tradizione Martin è difficile. Qualcuno una volta mi ha detto in una fiera: «Penso che Martin abbia un piede piantato nel passato e un piede piantato nel futuro». E ho pensato tra me e me: «È fantastico, è un buon modo per definire cosa significa essere C.F. Martin».
Penso che forse, visto che siamo in attività da così tanto tempo, le persone tendono a riconoscere molto più tardi le cose significative che abbiamo fatto, nel tempo. Altre società, più recenti, sembrano ricevere immediatamente questo riconoscimento. Con Martin, le persone sembrano aver bisogno di tempo per digerirlo, e vedere poi se le nostre decisioni si siano rivelate vincenti.
Un esempio è la chitarra dreadnought. Mio nonno mi ha detto che quando la dread è stato lanciata, la gente non sapeva davvero cosa farsene. Ora, ovviamente, è la chitarra acustica più famosa e più copiata di tutti i tempi! La verità è che quando sei un marchio affermato, le persone ti riconoscono il merito di essere di vecchia data, ma non ti danno credito per le innovazioni altrettanto rapidamente di come lo farebbero con una startup o una nuova società.
Andy Mooney, il CEO di Fender, in una recente intervista a Forbes ha dichiarato che il 45% degli acquisti viene effettuato da principianti. Di questi, il 50% sono donne (e questa è l’unica buona notizia); ma il 90% si arrende entro il primo anno. Sei d’accordo con queste informazioni? E cosa ne pensi?
Be’, Fender ha pagato per questo studio, quindi non posso davvero commentare i risultati specifici. Ma, ad essere onesti, penso che quei numeri siano ottimisti. Inoltre, mi pare che oggi sarebbe importante includere l’ukulele in quel tipo di ricerca. Se includi in questa discussione l’ukulele, scopriremmo che molte persone, indipendentemente dalla loro età o sesso, provano l’ukulele invece della chitarra.
Penso che in molti casi, di fatto, lo uke abbia sostituito la chitarra. Ci sono due punti importanti da imparare dall’ukulele: diversi rivenditori mi hanno detto che le persone che hanno imparato a suonare l’ukulele continuano passando alla chitarra; inoltre, per molti chitarristi, l’ukulele è stata la prima esperienza di strumento a corde con tastiera.
Vorrei anche aggiungere che le nostre informazioni ci dicono che un numero maggiore di donne stanno imparando a suonare sulla chitarra acustica, piuttosto che sull’elettrica, che è ancora prevalentemente vista come uno strumento maschile.
È poi interessante notare che i più giovani che si interessano a una chitarra Martin, hanno un familiare che è già innamorato del marchio. Un padre, una madre, uno zio o un nonno che hanno una chitarra Martin, trasmettono il loro entusiasmo per il marchio a una generazione più giovane.
E cosa ne pensi della situazione di Gibson?
La cosa importante da dire sulla situazione di Gibson, in questo momento, è che è ancora irrisolta. Quanto prima saranno in grado di sistemare il lato fallimentare della situazione e uscirne, tanto prima tutti tireranno un sospiro di sollievo.
Anche se sembra che l’intenzione sia quella di spogliarsi di tutti i marchi di elettronica acquistati da Henry Juszkiewicz negli ultimi anni e di concentrarsi nuovamente sulla chitarra, credo che ci siano ancora molte domande alle quali rispondere, tra cui: «Chi è il finanziatore? Chi è il proprietario? Chi sarà al comando?»
In linea di principio, l’idea di tornare alle chitarre è fantastica, ma la società è ancora in bancarotta. Finché questa situazione non si risolverà, il mercato continuerà a chiedersi come andrà quando ne sarà uscita. Penso che sia troppo presto per dire che ora è tutto a posto e che Gibson può tornare a produrre solo chitarre.
Quando sono uscite le notizie del crollo Gibson, il mercato in generale ha avuto un atteggiamento negativo nei confronti del mondo della chitarra, ma un recente articolo pubblicato da Yahoo sembra segnalare una decisa inversione di tendenza: la chitarra non è ‘morta’!
Mario Giovannini
Il resto dell’articolo e dell’intervista su Chitarra Acustica n.9 del settembre 2018.
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