In attesa del suo arrivo in Italia, scambiamo due chiacchiere con uno dei chitarristi più amati degli ultimi 20 anni, il funambolico Guthrie Govan.
Cari amici di MusicOff, qui Simone Fiorletta, direttore artistico di Industrie Sonore. Come ormai saprete, il prossimo 28 Settembre ospiteremo, ad Isola Del Liri (FR) sotto l’esclusiva organizzazione di Industrie Sonore, una delle tappe del tour europeo degli Aristocrats, super trio composto da Guthrie Govan, Bryan Beller e Marco Minnemann, insomma quelli che sono tra i musicisti più quotati a livello mondiale (vi invito a tener sotto occhio il/i nostri eventi e contattarci per info biglietti).
In attesa della data, ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con l’ideatore del progetto ed ecco a voi ciò che siamo detti.
The Aristocrats, un nome ormai conosciuto in tutto il mondo come super trio con musicisti funambolici, ma per voi cosa sono e che significato hanno gli Aristocrats?
Beh… il nome della band deriva dalla famosa barzelletta che porta lo stesso nome (c’è un film/documentario su quella barzelletta, per chiunque sia curioso!) quindi certamente non pensiamo in alcun modo a noi come degli aristocratici – semmai, ci diverte pensare che il nome sia cosi inesatto!
Più in generale: credo che la band sia essenzialmente una celebrazione della particolare “energia” che sembra svilupparsi naturalmente ogni qual volta noi tre suoniamo insieme. Abbiamo la sensazione di suonare per le stesse ragioni e penso che molti dei nostri “punti in comune” si incontrino organicamente quando facciamo musica insieme. Ci divertiamo ad essere gli Aristocrats, quindi suppongo che stiamo solamente cercando di condividere quel divertimento con qualunque ascoltatore possa essere interessato.
Ci volete parlare della fase compositiva? Come nascono le vostre canzoni? Avete un iter ben preciso oppure dietro c’è tanta spontaneità?
Ognuno nella band ha pubblicato almeno un album da solista quindi siamo tutti dei compositori. Abbiamo deciso fin dal primo giorno che volevamo che questa band fosse totalmente e in ogni modo democratica e quella decisione si manifesta nel modo in cui condividiamo i doveri della scrittura… Il processo di creazione di un nuovo album inizia sempre con ciascuno di noi che registra tre demo complete, con parti guida per ogni strumento e successivamente ci scambiamo gli mp3 via mail prima di incontrarci in studio per registrare.
Vivo a otto fusi orari di distanza dalla California (dove si trovano attualmente Marco e Bryan) quindi non abbiamo il privilegio di poterci incontrare ogni settimana in una sala prove per delle jam! Date le circostanze, credo che il nostro approccio di “scrittori individuali” sia ciò che funziona meglio per questa band… e qualsiasi cosa scriviamo tende a suonare comunque come gli Aristocrats, per via del modo in cui interagiamo quando suoniamo insieme, oltre al fatto che scriviamo questi brani pensando appositamente a questo trio.
Quando suonate lo fate con una spontaneità sconvolgente che lascerebbe far pensare che le vostre esecuzioni siano alla portata di tutti ma sappiamo benissimo che non è così. Quanto lavoro c’è dietro prima di entrare in studio e poi salire anche su un palco?
Per i motivi geografici che ho menzionato prima, non proviamo molto, non potremmo farlo neanche volendo. Fortunatamente, ci conosciamo davvero bene a livello musicale – abbiamo fatto un sacco di concerti negli ultimi anni! – e naturalmente facciamo del nostro meglio per familiarizzare con il materiale prima di iniziare qualsiasi periodo di registrazione o tour. Se ci sentiamo tutti “preparati” individualmente, possiamo fidarci maggiormente dei nostri istinti quando suoniamo insieme e goderci così la libertà di essere spontanei.
Tutti e tre siete ormai idoli di tanti musicisti e non sparsi per il mondo. Cosa provate a rivestire le vostre vesti e come interagite con i vostri fan?
Fondamentalmente, ci divertiamo a suonare il tipo di musica che ci piacerebbe ascoltare, al contrario di cercare di indovinare ciò che “il pubblico” vuole. Per me, questo significa che chiunque apprezzi quello che facciamo debba avere qualcosa in comune con noi quindi è particolarmente gratificante osservare che abbiamo creato un gruppo di fan che condividono la stessa linea in così tante parti diverse del mondo. Siamo davvero grati che le persone ascoltino i nostri album e vengano a vedere i nostri concerti quindi… speriamo di poter continuare ad intrattenerli e/o ispirarli mentre continuiamo a fare quel che facciamo.
Dal canto vostro, invece, ci sono musicisti a cui vi ispirate o vi siete ispirati?
Collettivamente, abbiamo dei gusti davvero eclettici e non sempre si sovrappongono ma credo che tutti e tre abbiamo sempre ammirato band come Led Zeppelin, Queen, Van Halen etc etc… e (come potreste aver intuito?!) siamo completamente uniti nel nostro entusiasmo per la musica di Frank Zappa.
Ciascuno di voi ha un curriculum eccezionale, ciò nonostante, ci sono ancora sogni nel cassetto?
Naturalmente qui posso parlare solo a livello personale ma… il mio lavoro implica essenzialmente suonare ogni giorno con dei musicisti straordinari – in più, nel farlo, ho la possibilità di viaggiare in tutto il mondo – quindi credo che il mio sogno si sia già realizzato: tutto il resto sono solo dettagli!
(Inoltre, se posso scherzare per un momento: se davvero avessimo dei “sogni segreti” e ve ne parlassimo, non sarebbero più così segreti!)
Cosa vi aspettate dal questo tour?
Ultimamente, siamo stati tutti molto occupati con varie altre attività musicali quindi non vedo davvero l’ora di riunirmi con Bryan e Marco dopo una pausa di circa due anni. Sarà molto divertente suonare di nuovo coi miei compagni Aristocrats, quindi speriamo di riuscire a condividere questa gioia con i nostri ascoltatori.
Siamo giunti al termine, lascio a voi i saluti per i lettori di MusicOff e per il pubblico che vi sosterrà nella data di Isola Del Liri (FR) il prossimo 28 Settembre
Molte grazie per aver letto questa intervista e da parte di tutti gli Aristocrats: non vediamo davvero l’ora di vedervi in Italia… Ciao!
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