Con il suo contrabbasso fa cose che difficilmente si ascoltano da questo strumento, ma sono la grinta e il groove che caratterizzano la sua musica e rendono imperdibili le sue esibizioni. Il suo primo album è Uprising, in uscita a fine gennaio.
Avremo modo di ascoltarlo dal vivo in primavera quando il tour promozionale dell’album passerà nel nostro paese. Mosley è un musicista anomalo e originale, dotato di un carattere spiccato e di un amore incondizionato per la musica vitale, energetica. La band che lo accompagna, West Coast Get Down, è un collettivo di musicisti dalla grande carica, capace di animare con la forza di una potente sezione di fiati e una ritmica coinvolgente i concerti di cui Mosley rimane il protagonista con la sua voce e il suono di un contrabbasso che spesso stravolge con l’uso disinvolto degli effetti.
Il risultato è un mix di funk, soul, r’n’b, rock, pop che non segue regole e schemi preconcetti, ma procede per la sua strada con leggerezza e grande feeling.
Il funk sembra essere una componente piuttosto forte nella tua musica. Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
A 13 anni avevo un training classico e a 15 ho iniziato a studiare jazz, per poi innamorarmi del Grunge negli anni ’90. E poi, vivendo con i miei genitori, ascoltavo sempre Motown, funk e soul.
Per Uprising il funk è stata una componente importante nella scrittura dei pezzi. Volevo elevare lo spirito delle persone e quello è uno stile molto efficace in questo senso, considerato anche il fatto che i testi cantati non sono tipicamente funk.
Alcuni dei miei artisti preferiti sono:
- Funk: James Brown, Prince, Bootsie Collins, Sly Stone.
- Soul: The Temptations, Otis Redding.
- Jazz: Oscar Peterson Trio, Ray Brown, Clifford Brown, Nat King Cole, Charlie Christian, Charles Mingus, Stanley Clarke.
- Classica: Mendelssohn, Barber, Satie, Chopin
- Rock: Temple of the Dog, Dinosaur Jr., Peter Gabriel, Nirvana, Urge Overkill, Yo La Tengo, Julianna Hatfield, Lemonheads.
- Cantanti/Songwriter: Joni Mitchell, Jorge Aragao, Roberto Ribiero, Dinah Washington, Roberta Flack
Qual’è il target medio del tuo pubblico? Riesci ad arrivare anche ai più giovani?
Quando guardo il pubblico nei miei concerti vedo un sacco di gente di 20 o 30 anni e sono poche quelle molto più anziane. È una selezione piuttosto ampia, perché faccio musica che viene dal cuore e credo che la gente risponda a questo a prescindere dall’età.
Hai aspettato molto prima di produrre un album sotto il tuo nome: c’è voluto tanto per trovare la giusta formula?
C’è voluto del tempo per capire come registrare un album che suonasse bene come nelle performance live. Penso che Tony Austin abbia catturato veramente l’energia che abbiamo sul palco. La mia manager di sempre, Barbara Sealy (che ha lavorato con tutti quelli di West Coast Get Down fin dai tempi delle scuole superiori) è anche mia collaboratrice musicale. Ha co-prodotto l’album con me e Tony, focalizzandosi sulle mie parti vocali. Mi ha aiutato a scoprire elementi della mia voce che non credevo possibili! Sono impegnato anche in molti altri progetti e quando abbiamo finito l’album mi sono gettato in altri tour e colonne sonore, per cui ora è più che mai il momento giusto per pubblicare Uprising.
Come hai superato i problemi nell’uso di un contrabbasso ad alti volumi o in un contesto rock? Che pickup usi e come tiri fuori il suono dello strumento nel mix generale?
Uso un contrabbasso Blast Cult One4Five con pedali MXR/Jim Dunlop/WayHuge e amplifico il tutto con un Aguilar DB751 e due cabinet 4×10.
Niente di quello che faccio sarebbe possibile senza il contrabbasso Blast Cult perché con quello strumento puoi suonare a volumi altissimi e permetterti di essere espressivo e tranquillo senza problemi di feedback.
Cult produce anche i suoi pickup (il “mono blaster”). C’è una risposta molto lunga e tecnica all’ultima parte della tua domanda che è più divertente da ascoltare da Tony, ma la risposta breve è “più medi e meno bassi” se vuoi che il contrabbasso emerga nel mix.
Ma Blast Cult, grazie particolarmente a Jason Burns che costruisce i miei contrabbassi, è una parte importante nell’esser capace di fare le mie cose.
Qual è la tua catena di effetti?
MXR Custom Boost > MXR Compressor > POG Octave Up > Moog MF Drive > MXR Bass Octaver > MXR Custom Boost > Dunlop 105Q > WayHuge Echo Puss > MXR Phase 90 > Dunlop Volume.
Guardandoti sul palco si nota un gran lavoro di piede sui pedali. Scegli di non usare uno switcher per motivi scenici?
Lavoro molto con i piedi perché non programmo nessuno dei miei suoni in anticipo. Improvviso, per cui è difficile stabilire un preset per la strofa, uno per il chorus, etc… ma ho visto degli switcher con funzionalità notevoli.
È un’area che potrei sviluppare nel mio progetto in duo con Tony, ma per ora mi piace la libertà di scegliere il suono che voglio naturalmente e al momento opportuno.
Progetti per l’immediato futuro?
Non vedo l’ora di iniziare il tour di Uprising e di suonare le canzoni con West Coast Get Down in tutte le meravigliose città che stiamo mettendo assieme in tutto il mondo. Annunceremo presto la lista completa! Spero di vedervi tutti nel pubblico. Mettiamo su uno spettacolo ad alta energia e in questi tempi difficili prometto di offrirvi una serata in cui vi potrete dimenticare i vostri problemi per ballare e cantare fino a riempirvi di nuovo di gioia!
DATE ITALIANE
- Lunedì 10 Aprile 2017 – Milano, Serraglio
- Martedì 11 Aprile 2017 – Bologna, Locomotiv Club
- Mercoledì 12 Aprile 2017 – Roma, Monk
Per maggiori informazioni sulle date italiane: Barley Arts
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