A giugno scorso mi è stato chiesto di ospitare nel mio Parma Guitar Club una giovane chitarrista olandese di nascita e tedesca di adozione: la data non l’abbiamo fissata a Parma ma Karlijn Langendijk (questo il nome dell’artista di cui voglio parlarvi) ha avuto la chance di esibirsi ugualmente in alcuni bei posti qui in Italia come ad esempio al festival Un Paese a Sei Corde sul Lago D’Orta.
E meno male, visto che ho così avuto possibilità di passarci del tempo assieme e fare un’intervista per parlare di chitarra fingerstyle.
Da Firenze a Verona a Novara, l’ho inseguita come l’anno scorso mi era successo per Maneli Jamal e alla fine l’ho intercettata a Bologna.
È davvero piuttosto giovane: la incontro in un bar con zaino, chitarra, shorts e maglietta, una comune turista tedesca dall’aria distinta e composta con le cuffie nelle orecchie.
Ciao Karlijn parlaci delle tue origini
Sono cittadina olandese, sono nata nel 1995 in un paese che si chiama Uitgeest, in Olanda e ho cominciato quasi subito a studiare musica.
Spesso accade questo ai figli di musicisti: ho indovinato?
Direi di sì mio padre adorava la musica per chitarra e in casa c’era sempre un disco di Tommy Emmanuel che suonava in casa e lui stesso imbracciava spesso la chitarra
Che ruolo ha avuto questo tipo di ascolto?
Sono diventata presto curiosa della chitarra acustica e ho cominciato a imparare e replicare molti dei brani di Tommy, ho cercato subito di studiare musica nel modo migliore e quindi mi sono iscritta al conservatorio di Utrecht e…
…e qui ti interrompo , mi dicevi che al conservatorio hai avuto chance di studiare molte cose diverse e poi hai ricevuto una borsa di studio per andare a studiare a Dresda in Germania un indirizzo più moderno con insegnanti e insegnamenti che tu sceglievi?
Sì esatto, sono stata fortunata forse ma in Olanda l’accademia musicale dà molta libertà di comporre un curriculum formativo “personalizzato”; una volta arrivata in Germania ho fatto degli incontri molto importanti. Ho studiato con chitarristi che non facevano grandi distinzioni stilistiche fra corde in nylon o di acciaio e io stessa ho cominciato a suonare la chitarra classica e lasciare gradualmente l’acustica a cui pure come potrai immaginare ero affezionata.
I miei incontri sono stati con Stephan Borman, che in Germania molti considerano un didatta e un solista crossover e trasversale davvero geniale ed è un po’ il padre chitarristico di moltissimi giovani, Reento Dirks, che lavora soprattutto sulle corde in nylon con uno stile molto trasversale fra il flamenco il pop e il funky, che a lezione mi mostrava un quadro e poi mi spingeva a comporre istantaneamente qualcosa che ne fosse ispirato.
E poi Soenke Meinen (vincitore del Guitar Masters 2016 in Polonia -ndr), che conosco ormai benissimo e che fa praticamente di tutto con le corde in nylon.
Cos’hai scoperto in questo passaggio alle corde in Nylon?
Con la mia bravissima insegnante di chitarra classica in accademia ho capito che (almeno per me) era più semplice, attraverso lo studio dell’attacco sulle corde in nylon, dare espressività alla mia idea melodica e partendo da questa idea ho scoperto un modo nuovo di suonare e addirittura poi comporre, tanto che prima mi sembrava solo di replicare i brani di Emmanuel e ora mi sento alla ricerca di un suono e di una espressività anche compositiva che mi appartiene.
Saranno stagioni della vita, la chitarra acustica ti ha dato accesso al mondo del fingerstyle e più tardi hai scoperto che per tue caratteristiche ti trovavi meglio con una chitarra… classica?
Una chitarra crossover come si dice adesso costruita da Christina Kobler, una liutaia ormai specializzata in questo tipo di strumenti con le corde in nylon ma con grande personalizzazione della dimensione della tastiera come del nut, lunghezza del diapason ecc. per stare più comodi che con una chitarra classica tradizionale.
Vedo che hai casualmente un EP qui sul tavolo…
Sì! (ride) .. sono orgogliosa di Luna questo mio lavoro in solo presenta un lato per così dire astronomico (la mia seconda passione). Ci sono due miei brani originali. In “Luna” musicalmente mi sono divertita a costruire tensione fra assonanze e dissonanze che si alternano un po’ come la luna agisce sul mare con alta e bassa marea e in “Triangulum” inseguo, mostro e nascondo per tutto il brano le tre note vertici di un triangolo pensando alla omonima costellazione dei cieli del Nord.
Poi “Lullabye” di Billy Joel e l’arrangiamento di “Beat it” di Michael Jackson del quale lascio un estratto per MusicOff.
Parlami di questo arrangiamento, io ne sono entusiasta personalmente perchè ho notato subito che a differenza di altri due o tre noti youtubers, l’arrangiamento è davvero valido e non creato con i minimi espedienti
Ti ringrazio! Considero “Beat it” semplicemente uno dei migliori brani pop mai realizzati. Ho provato a catturare i vari elementi dell’arrangiamento e a portarli sulla chitarra mantenendo da un lato l’energia e il groove e dall’altro cercando sempre di lasciare la melodia riconoscibile e fedele in primo piano.
Ringrazio tutti gli amici italiani per l’ospitalità che mi hanno dimostrato e lascio a te Paolo un particolare ringraziamento per la vetrina sulle pagine prestigiose di MusicOff.
Inutile dire che tuffandomi nella lettura dell’arrangiamento di Beat it ho scoperto delle cose molto interessanti sulla Fingercussion del Nord o anche su voicing molto raffinati o sulla espressività della mano destra che Karlijn usa davvero con disinvoltura che sarò felice di condividere con voi sul mio canale YouTube: da ottobre una lezione di dettaglio sull’arrangiamento di “Beat it” sarà disponibile proprio come avevo fatto con Maneli Jamal l’anno scorso, per cui stay tuned!
Il video dell’arrangiamento di “Beat it” di Karlijn su youtube è riportato qui sotto, commentate e mi raccomando salutatela da parte di MusicOff!
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