Molti di voi conoscono già la grande piattaforma Musicraiser, dove è possibile lanciare delle campagne di crowdfunding per sostenere i propri progetti musicali con l’aiuto di presenti e futuri fan. Così, ad esempio, l’hanno utilizzata gli amici Family Business, che hanno letteralmente lanciato una carriera con cui stanno raccogliendo ben più di una soddisfazione.
La novità è che da quest’anno Musicraiser diventa anche etichetta discografica, ma come al solito si abbandonano le vecchie concezioni per abbracciare modalità del tutto nuove che garantiscano agli artisti di tenere sotto controllo il proprio percorso e di ottenere benefici meritocratici.
Si chiama Accelerator e oggi ne parliamo con Giovanni Gulino, founder & CEO di Musicraiser.
Dal crowdfunding a etichetta discografica. Un passo certo non facile, soprattutto in tempi odierni dove produrre artisti è diventato più complicato che un tempo… o no? C’è vento di cambiamento secondo voi nelle produzioni?
Sì, certamente. In un’industria musicale in totale cambiamento, anche le etichette devono adattarsi ed evolversi, e si vengono a creare nuove opportunità di mercato.
Nel caso di Musicraiser, passare da piattaforma di crowdfunding a vera e propria etichetta discografica è stata un’evoluzione graduale e naturale dei servizi che offriamo ai nostri artisti.
Ci siamo accorti di quanti artisti di talento abbiano utilizzato il nostro servizio in questi 5 anni di attività (per la cronaca, abbiamo contribuito a finanziare oltre 1200 progetti musicali) e di come il nostro supporto può andare ben oltre la semplice raccolta fondi ed evolversi appunto in una collaborazione duratura e orientata a premiare le campagne più meritevoli e seguite.
La rete, a nostro avviso, è il mezzo migliore per produrre e promuovere nuove proposte discografiche e in questo abbiamo un know-how ed un bagaglio di esperienze notevoli.
Stiamo parlando di una nuova piattaforma, Musicraiser Accelerator, che si occuperà della pubblicazione e della distribuzione degli album, nonché della parallela promozione, ma in modo innovativo, quello della “gamification”. Ci puoi dire di più? Perché pensi sia una strategia migliore per la propria carriera artistica?
Musicraiser Accelerator è uno strumento in grado di aiutare un artista a 360 gradi.
Più raiser (fan) partecipano alla campagna, più l’artista avanza nei vari “livelli” di promozione offerti dalla piattaforma, proprio come in un gioco. Questi step conducono l’artista attraverso tutti i servizi che Musicraiser offre, tra cui ad esempio il mastering illimitato dei propri brani, promozione social, opportunità di suonare dal vivo agli eventi organizzati da Musicraiser e i nostri partner, la stampa gratuita di tutti i CD preordinati durante la campagna (livello di cui siamo molto fieri!) fino ad arrivare al livello finale, un vero e proprio contratto di distribuzione discografica con tanto di ufficio stampa compreso.
In generale, Musicraiser Accelerator permette agli artisti di accrescere notevolmente la propria visibilità, parallelamente ovviamente alla raccolta fondi, e dà loro la possibilità di professionalizzare il proprio progetto musicale senza perdere la propria libertà artistica.
Sommando infatti tutti i livelli dell’Accelerator abbiamo calcolato che una band o artista singolo può raggiungere e far conoscere il proprio progetto musicale ad una platea di oltre 200.000 potenziali fan… numeri che difficilmente potrebbe raggiungere da solo!
Quali sono i legami tra l’artista e Musicraiser, e non intendiamo legami esclusivamente contrattuali a termine, ma duraturi nel tempo. Da un lato si smetterà forse di bussare alle solite porte delle case discografiche, ma dall’altro cosa può assicurare un futuro continuativo nella musica?
Noi di Musicraiser crediamo in rapporti artistici e professionali duraturi basati su una convenienza reciproca. Se un progetto, tramite Accelerator, si dimostra interessante e pronto a compiere il salto di qualità, e se l’artista in questione arriva a 250 fan e accetta la collaborazione (non vi è nessun vincolo od obbligo ad accettare la proposta contrattuale che Musicraiser andrà ad offrire a chi raggiunge l’ultimo livello Accelerator), ha inizio un percorso che, speriamo, può essere continuativo nel tempo.
Ovviamente la proposta discografica è sempre e solo limitata al lavoro del singolo album presentato durante la campagna Musicraiser. Ciò non esclude che se ci si trova reciprocamente bene si possa valutare di lavorare poi anche su altri dischi futuri.
Noi di Musicraiser siamo sempre più convinti che la carriera di un artista debba concentrarsi sui vari metodi di ottimizzare la comunicazione e il rapporto con quelli che noi definiamo super fan.
I super fan sono, infatti, quelli che permettono poi all’artista di monetizzare il proprio lavoro (ad esempio un nuovo album, il proprio merchandising o i live). Ne abbiamo parlato durante un workshop che abbiamo organizzato in occasione di Linecheck a Milano e che potete rivedere sulla nostra pagina Facebook
Musicraiser Accelerator si pone quindi come un vero sistema meritocratico?
Esatto. Per arrivare alla fine del percorso Accelerator sono necessari talento e professionalità, oltre a tanto impegno. Tutto ciò siamo in grado di misurarlo con il numero di fan che l’artista riesce a coinvolgere durante la propria campagna, premiando con dei servizi ad hoc che abbiamo pensato e di cui abbiamo testato l’efficacia in tutti questi anni di attività.
Non vi sono quindi restrizioni di genere musicale, provenienza o altro, ma sono i fan a decidere se un progetto è interessante e se merita di ricevere una proposta discografica volta a farlo conoscere al grande pubblico!
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