Cosa vuol dire “improvvisare” per un batterista? Anzi, cos’è in generale per il musicista?
C’è un aspetto molto importante da considerare nel porsi queste domande, prima ancora di affrontare qualsiasi argomento tecnico, soprattutto in questo periodo in cui bisogna cercare di avere quanto più possibile un atteggiamento positivo e costruttivo.
L’improvvisazione, oltre che frutto di studio e talento, è anche alimentata da una componente umana proattiva, quella che non ci fa arrendere di fronte alle piccole e grandi difficoltà della vita. In fondo, improvvisare è anche correggere costantemente i nostri errori, smussare le nostre spigolosità, mentre si guarda avanti e si procede nello scoprire la Musica, lo strumento, ma prima di tutto noi stessi.
Essere dei “geni dell’improvvisazione” vuol dire avere il coraggio di osare, la scaltrezza nell’avvistare il pericolo, la prontezza nel cercare la via di fuga, la forza d’animo di non arrendersi ai colpi della vita e a quelli sbagliati sulle pelli (o corde, o altro).
Eugenio è uno dei più noti batteristi italiani, ha studiato negli Stati Uniti, ha lavorato come percussionista e timpanista con il Teatro alla Scala e con l’Orchestra Sinfonica e l’Orchestra di Fiati della Civica Scuola di Musica di Milano, ha collaborato con artisti del calibro di Tony Scott, Franco Battiato, Eros Ramazzotti, Luciano Ligabue, 883, Claudio Baglioni, Mia Martini, Carmen Consoli, Saturnino, Nelly Furtado, Alex Britti, Edoardo Bennato, Paul Gilbert, Mike Stern e molti altri.
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