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Addio a Luis Bacalov

Oggi è un giorno assai triste, poiché dobbiamo dare l'addio a uno dei musicisti più prolifici e importanti, soprattutto in Italia, del '900, Luis Enrìquez Bacalov, che è mancato ieri all'età di 84 anni.

Oggi è un giorno assai triste, poiché dobbiamo dare l’addio a uno dei musicisti più prolifici e importanti, soprattutto in Italia, del ‘900, Luis Enrìquez Bacalov, che è mancato ieri all’età di 84 anni.

Nonostante le origini argentine, Bacalov si può considerare un italiano a tutti gli effetti, anche legalmente visto che venne naturalizzato come cittadino del nostro paese.
Sin dal 1959 nel Bel Paese, trova la sua patria dividendosi tra Milano e Roma che all’epoca, e ancora oggi in effetti, erano il fulcro primario del movimento musicale italiano, sedi delle principali attività discografiche (Fonit Cetra, RCA).

Nonostante la sua formazione classica da pianista, Bacalov è messo immediatamente al fianco di artisti “popolari”, da Sergio Endrigo a Rita Pavone.
In contemporanea, cura alcuni progetti che seguono la nuova corrente Rock e Progressive (termine quest’ultimo usato oggi ma non all’epoca, quando si preferiva “rock sinfonico” o altre denominazioni).

E infatti, gli appassionati lo ricorderanno al fianco di due lavori entrati nella storia: prima di tutto l’album dei New Trolls, Concerto Grosso per i New Trolls, quando la band aveva ancora un volto ispirato da suoni inglesi e d’oltreoceano, molto meno pop-melodico del successivo.
L’opera resta una tra le più preziose del rock italiano dell’epoca (sicuramente meglio del seguito Concerto grosso n. 2), ad oggi ricercata dai collezionisti.

L’altra opera importante, o almeno diciamo che lo è per il punto di vista di chi scrive mentre forse è meno conosciuta ai più, è Preludio, tema, variazioni, canzona con gli Osanna, utilizzata per la colonna sonora di uno dei tanti polizieschi italiani anni ’70, cioé Milano Calibro 9 (“uno dei tanti” si fa per dire, per gli appassionati è una pietra miliare del genere, NdR).
Vi basti la traccia d’apertura con il suo sontuoso arrangiamento d’archi per decidere se il tocco di Bacalov non è stato a dir poco fondamentale e che non sfigurerebbe affatto (anzi) in un colossal hollywoodiano ancora oggi:

Proprio nell’ambito delle colonne sonore Bacalov ha avuto i suoi maggiori successi. Nel 1996, infatti, ottiene il Premio Oscar per quella de Il Postino, film magistralmente interpretato dal compianto Massimo Troisi.
Il tema principale in realtà risale a molti anni prima e fu anche al centro di una forte contesa giudiziaria tra Bacalov e Sergio Endrigo per l’attribuzione della paternità dell’opera, come si può intuire vinta dal compositore.

Insieme a Morricone, Nino Rota e pochi altri nomi, Luis Bacalov costituisce quindi una delle punte di diamante della musica, possiamo dirlo, italiana e cinematografica. Fu al fianco di Federico Fellini e Pier Paolo Pasolini e, in tempi più recenti, anche con Quentin Tarantino per la soundtrack di Django.

Dobbiamo andare fieri di aver accolto e “nazionalizzato” un talento di questo livello. Che il suo esempio, musicale e umano, ci resti come una lezione di vita, lo ricorderemo per sempre.
Grazie, Luis.

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