Parlando della sua leggendaria Stratocaster 0001, David Gilmour si è lasciato scappare una dichiarazione destinata a fare rumore nell’ambiente chitarristico.
Lo storico chitarrista dei Pink Floyd si è soffermato su uno dei suoi strumenti più rinomati nel terzo episodio del podcast dedicato alla storia delle sue chitarre.
L’evento ha accompagnato in queste settimane la sfarzosa asta di beneficenza che ha fruttato la bellezza di 21,5 milioni di dollari di ricavato dalla vendita di alcuni pezzi pregiati come la Black Strat, ufficialmente la chitarra più costosa della storia essendo stata battuta per una cifra che sfiora i 4 milioni.
Non è però la celebre Fender nera a essere protagonista delle ultime dichiarazioni del chitarrista, bensì la Stratocaster che reca il numero seriale 0001 (pur non essendo il primo esemplare del modello prodotto).
Uno strumento datato 1954, secondo Gilmour realizzato da Leo Fender con alcune modifiche suggerite da un amico, il quale l’avrebbe poi ricevuto in regalo. La chitarra, per vie traverse e sconosciute, è poi finita nel 1978 tra le mani dell’artista inglese, che l’ha usata anche nelle registrazioni di “The Wall” (memorabile l’utilizzo nelle ritmiche di “Another Brick In A Wall Part 2“).
Ma al di là della storia della chitarra in questione (che può essere approfondita in questo interessante contenuto sul sito Gilmourish), le parole che susciteranno un certo disaccordo, pur ricevendo un inevitabile sostegno in particolare dagli appassionati della Stratocaster, sono quelle in cui l’artista sostiene che a suo avviso non ci siano stati ulteriori sviluppi nella realizzazione della chitarra elettrica successivi alla creazione di questo strumento.
“How do you improve on perfection?” è una dichiarazione sufficientemente eloquente riguardo il grande apprezzamento di Gilmour per la “White Strat”.
Inutile nasconderlo: siamo davvero curiosi di leggere le reazioni della community dei chitarristi a queste parole di un certo peso, le quali arrivano pur sempre da una delle pietre miliari della chitarra moderna.
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