Dobbiamo ancora finire di asciugarci le lacrime dopo la dipartita di Allan Holdsworth ed ecco che arriva un’altra triste notizie per il mondo della chitarra jazz-fusion: John Abercrombie ci ha lasciato a causa di un’insufficienza cardiaca.
Musicista nato a New York, Abercrombie ha profondamente segnato la storia della sei corde e, in generale, della musica.
Dopo aver frequentato la Barklee School of Music di Boston, inizia subito collaborazioni importanti, con il grande hammondista Jimmy Smith, Gil Evans, il sassofonista sudamericano Gato Barbieri e molti altri. Suona al fianco del batterista Billy Cobham per tre album, Crosswinds, Total Eclipse e Shabazz.
Il debutto discografico come leader di una band lo ebbe con Timeless, disco rilasciato nel 1975 dall’etichetta tedesca ECM, una delle più importanti in ambito jazz e cui rimarrà legato per gran parte della sua vita. Nel disco suonano, oltre a lui, anche altri musicisti d’eccezione quali Jack DeJohnette alla batteria e Jan Hammer a organi e sintetizzatori.
La discografia di Abercrombie è davvero notevole, così come le collaborazioni cui ha preso parte, tra i tanti anche con il famoso trombettista italiano Enrico Rava (The Pilgrim and the Stars, 1976).
È stato anche un notevole sperimentatore, come quando a metà degli anni ’80 imbracciò un guitar synth, in trio con Marc Johnson e Peter Erskine. In generale, è stato da sempre appassionato di strumenti elettronici, per “espandersi oltre i confini del jazz classico“.
In 40 anni di carriera, praticamente tutti passati sotto l’ala della ECM come suddetto, Abercrombie ha portato la chitarra e l’improvvisazione ben oltre i suoi confini abituali. Quasi sempre affiancando a sé un organo, uno strumento per lui inseparabile quasi quanto la sei corde.
Oggi è un giorno triste per la musica, addio John.
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