A due anni dall’ultimo disco, Massimo Varini, musicista, produttore musicale, insegnante, consulente per produttori di strumenti e ancora tanti di quei ruoli che assai arduo sarebbe elencarli tutti, torna a far cantare la sua chitarra acustica in un album di 10 incisioni ottenute con registrazione diretta, senza sovraincisioni, frutto dell’istinto sullo strumento e della passione, Romanticamente appunto.
Massimo ci tiene a partire proprio dal titolo per mettere subito in chiaro il concept: Romanticamente, una parola che nasconde più significati, da quello del semplice avverbio, che sottolinea il sentimento trasmesso in ognuno dei brani, ai termini Romantica e Mente, entrambi alla base della loro composizione. Come ci dice lui stesso, c’è un fondo di romanticismo che pervade tutto l’album; ogni canzone, anche nei passaggi più tecnici, nasce da un singolo momento di ispirazione, di emozione, cui Massimo ha cercato di costruire intorno attraverso, appunto, la mente, che ha sempre il compito di dare forma alle passioni istintive, tradurre immagini ed emozioni in qualcosa di reale, tangibile, che racchiuda, protegga, valorizzi, quella scintilla primigenia.
Chi conosce Varini da tempo, sa quale sia il suo rapporto con gli appassionati che seguono la sua musica e le sue tante attività, un dialogo sempre in due direzioni e mai un muto rapporto con semplici “fan”.
Massimo “c’è”, in ogni occasione, e sa bene che avvicinarsi alla produzione musicale di un artista, soprattutto oggi, vuol dire fare un passo di fiducia importante.
Per questo le prime parole che si leggono all’interno del bel booklet allegato all’album sono “Grazie per aver scelto la mia Musica…“.
L’artwork è opera di Henry Ruggeri e Roberta Menghi, due artisti che hanno prima recepito in pieno e poi scomposto gli stati d’animo del disco, in un bel puzzle che crea comunque un’immagine equilibrata e perfetta dei sentimenti che scorrono lungo le note della chitarra di Massimo.
“Quando Massimo mi ha chiesto di intervenire per la copertina del suo nuovo progetto, credo si aspettasse delle nuove foto da me… ma proprio nei giorni in cui mi ha suggerito il titolo di questo album, ho trovato un vecchio calendario gettato ingiustamente con delle magnifiche opere di Matteo Giuntini. Ho ritenuto giusto restituire una nuova vita a quei disegni reinterpretandoli a modo mio. Una maniera “romantica” di tributare chi vive d’arte. Insieme al gran lavoro di adattamento grafico di Roberta Menghi abbiamo proposto l’insolito artwork a Massimo a cui l’idea è piaciuta come spero piaccia a tutti coloro che amano sognare con la sua musica meravigliosa. Buon viaggio” (Henry Ruggeri).
Già dalle prime note della title track, il disco mostra, oltre che una bellissima registrazione di chitarra acustica (e non potevamo aspettarci di meno), le varie tinte che Varini ha scelto per i colori e i chiaroscuri di questo suo nuovo progetto, mettendo sempre al centro dei riflettori l’idea melodica ma concedendosi anche qualche passaggio più costruito, a tratti classicheggiante, scendendo nel tecnico solo in momenti in cui viene comunque assecondato da grazia ed eleganza, con scelte stilistiche che rendono il quadro sempre personale e non forzatamente criptico, ma anzi, meno astratto.
La durata dei brani si alterna tra piccoli gioielli e strutture più sviluppate, sempre giocate su un minutaggio che ha ben chiaro il modo di estendere un messaggio nei limiti e senza mai scadere nel pomposo o eccessivamente decostruito. “Rossella’s Carillon”, ad esempio, poco sotto i 5′, passa nelle nostre orecchie come un treno veloce ma mai caotico al suo interno, confortevole, di quelli che “sei già arrivato” ed avresti ancora voglia di stare in viaggio.
Ma il disco non è solo melodia, è anche ritmo. Come dice lo stesso Massimo all’interno del booklet: “Il Groove è parte dell’anima di un musicista, la “vera fiamma” che trasporta il cuore mentre fa muovere il bacino… indipendentemente da in quanti si sia a suonare.“
La tracklist descrive la storia personale di Massimo Varini e ciò è ben chiaro già nei titoli, da “True Fire”, che cita l’importante realtà internazionale della didattica con cui collabora da alcuni anni, a “La nevicata dell’85” (e ce la ricordiamo bene anche noi, NdR), all’omaggio di “Mango” al cantante italiano tragicamente scomparso, forse una delle canzoni più rappresentative del carattere istintivo del disco, il cui main concept melodico è nato per caso “guardando distrattamente la TV con la chitarra in braccio“.
Le chitarre di Massimo son dolci e come sempre accordate a 432Hz (con accordature standard, Drop D e DADGAD), pitch cui è oramai legato da anni, tanto che lo scorso album del 2014 prendeva proprio il nome di Relax and Sleep At 432 Hz.
Parlando di chitarre, sul disco Massimo usa la sua fidata Eko Mia Signature, indissolubile compagna di vita frutto di un lavoro col brand italiano che come molti sanno va ben al di là di un semplice endorsement, e due belle Martin, una OM42 Solid Claro Walnut ed una OM41 Custom Massimo Varini.
Le registrazioni dell’album, come dicevamo, sono magistrali e frutto della grande esperienza di Varini, che ha iniziato la sua stessa carriera come fonico oltre che come chitarrista. La microfonazione ha avuto naturalmente un ruolo chiave, senza la ricerca del “bel suono” generico, ma di timbriche che fossero strettamente rapportate al mood dei brani.
Ben 5 i microfoni utilizzati (2 DPA 4011, 1 Neumann U47Fet e 2 Sennheiser MKH80) in differenti posizioni tra corpo, tastiera, in alto in basso e in zona centrale dello strumento. Altrettanto oculata la scelta dei preamplificatori, con un Thermionic “the Rooster 2” e due Chandler (Germanium e TG2 EMI Abbey Road LTD), piuttosto spinti per un suono quanto più ricco di armoniche.
Massimo ha poi riversato particolare cura nel mastering, di modo che, senza forzare eccessivamente la mano, tutte le sfumature potessero essere intellegibili anche a volumi bassi di ascolto.
“Point of View” è il brano che chiude l’album, in accordatura standard e col suo suono caldo e brillante al contempo, con una melodia che Massimo racconta di aver provato ad arrangiare in diversi modi, per poi decidere di racchiudere tutti questi “punti di vista” insieme nel pezzo, un crogiuolo di anime e stili che riflettono tutto questo nuovo Romanticamente, dove le idee di getto sono rielaborate, mai limitate o forzate, quanto invece “assecondate” attraverso l’esperienza musicale di un Varini che si dimostra in grande forma compositiva, strumentale, e soprattutto un musicista ispirato.
Ci piace infine segnalarvi che ogni brano dell’album ha già un suo videoclip e che inoltre Massimo, da grande insegnante quale è, ha già messo online tutti gli How to Play per poter suonare i suoni brani!
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