Esce oggi il nuovo LP degli Stone Temple Pilots e, come per cercare di esorcizzare le difficoltà incontrate nel frattempo e auspicare un definitivo e positivo restart, la band di San Diego opta nuovamente per un titolo omonimo, allo stesso modo dell’ultimo album del 2010.
Ne è passata di acqua sotto i ponti in questi 8 anni, acqua non propriamente buona date le tragiche circostanze che in questo lasso di tempo hanno portato alla prematura scomparsa sia del frontman storico Scott Weiland che del suo sostituto negli anni della reunion, quel Chester Bennington già voce e volto dei Linkin Park.
Il non facile compito di non far rimpiangere due voci e due personaggi di tale portata è ricaduto su Jeff Gutt, quarantunenne originario del Michigan, noto in patria per aver partecipato a due edizioni del talent X-Factor e per ricoprire il ruolo di vocalist principale della band nu metal Dry Cell.
La scelta del nuovo cantante, arrivata dopo circa un anno e mezzo di ricerche, è stata resa ufficiale lo scorso 14 novembre, giusto alla vigilia della release del primo estratto dell’album, intitolato “Meadow“; successivamente la band ha pubblicato altri tre singoli da questo nuovo “Stone Temple Pilots“.
A un primo ascolto il lavoro, equilibrato compendio di rock moderno e melodia, promette sicuramente di soddisfare i fan storici della band. La voce e lo stile del nuovo cantante sono decisamente affini a quelli di Weiland e le sonorità tipiche della band (un mix di alternative, hard rock e psichedelia) risultano pressochè intatte, con qualche piacevole svisata verso sapori meno usuali.
I nuovi Stone Temple Pilots cercano dunque di mettersi alle spalle i momenti difficili, orientandosi definitivamente verso il futuro e restando al tempo stesso legati a un passato denso di esperienza e di significato che sarebbe impossibile (oltre che ingiusto) rinnegare.
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