Il prossimo Firenze Rocks si svolgerà per 4 giorni dal 13 al 16 giugno 2019, ma è già polemica: i primi due artisti annunciati sono grandi nomi, ma molti si chiedono… e il rock?
Sui social in queste ore non si parla d’altro, da quando sono state annunciate le nuove date del Firenze Rocks, che in poche edizioni è diventato uno dei festival più importanti d’Europa. In questi anni abbiamo visto passare sul palco immerso nella splendida cornice del Parco delle Cascine artisti come Aerosmith, System of a Down, Eddie Vedder, Guns N’ Roses, Foo Fighters, Iron Maiden, Ozzy Osbourne, insomma alcuni tra i massimi vertici del rock mondiale di sempre.
Per il prossimo anno però gli organizzatori stanno mostrando un cambio di rotta, in una direzione che può essere interpretata, alla stregua di altri festival internazionali, più come “Firenze Music Festival” che “Rocks”.
Difatti, il primo nome uscito è quello dei The Cure. Il che è sicuramente un’ottima notizia, stiamo sempre parlando di una delle band che hanno scritto la storia della musica e sono diventati una vera e propria icona.
Il punto “dolente” è che la data loro assegnata è il 16, ultimo giorno del Festival, quello che solitamente era destinato alle band più aggressive. Due anni fa i System of a Down, l’anno scorso Ozzy con la guest star Zakk Wylde tornata al suo fianco per l’occasione.
Si è quindi scatenata una prima ondata di polemiche soprattutto da parte dei rockettari più heavy, molti dei quali aspettavano un nome più altisonante (e quello dei Metallica è sulla bocca di tutti, ma d’altronde non è ancora detto che non sia in cartellone…).
Certo, forse quella del gruppo heavy a chiusura evento è più un’abitudine che un obbligo e comunque bisogna ricordare che lo scorso anno i granitici Iron Maiden furono gli headliner del terzo, e non ultimo, giorno. Insomma, smettere di sperare è quantomai prematuro.
E in ogni caso, i The Cure non hanno certo bisogno di essere difesi contro eventuali attacchi diretti di qualche commentatore dalle dita più veloci del proprio pensiero, visto che la storia parla da sola!
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Ma se già c’era forte aria di polemica, oggi il Firenze Rocks ha aggiunto un mattone non da poco al “se ne parli bene o male purché se ne parli“.
Premettiamo, l’artista annunciato per il 14 giugno è uno che non ha bisogno di presentazioni, che è bravissimo in quello che fa, che riempie gli stadi. Quindi c’è poco da commentare riguardo alla sua statura artistica.
Però diciamolo, Ed Sheeran era un nome che nessuno aveva considerato neanche per un attimo per il roster del Firenze Rocks.
Si può obiettare che due anni fa Eddie Vedder in acustico tenne incollate con gli occhi e le orecchie al palco più di 50mila persone. Ma lo sappiamo bene che l’equazione Eddie Vedder = Pearl Jam è quella che funziona in automatico nelle menti dei rockers, per cui sì acustico, ma sempre sotto l’ala di chi ha sudato rock (e continua a farlo) per decenni, in maniera ben più violenta che con una chitarra acustica in braccio.
E quindi, anche oggi si assiste un po’ dovunque a uno “sgomento”, a tratti un po’ esagerato (e inutilmente offensivo…) per i motivi detti sopra, ma a tratti anche da comprendere e tenere in dovuta considerazione, soprattutto per i tanti che non vedevano l’ora di poter acquistare un abbonamento per tutti e 4 i giorni e che difficilmente ora lo faranno.
Sicuramente l’organizzazione si sta assumendo un rischio in tal senso, anche se siamo abbastanza sicuri che il pubblico di Sheeran sia abbastanza ampio, anche per fascia d’età (sicuramente ben più giovane dei fan dei Cure), così da non lasciare certo all’asciutto i botteghini.
Siamo quindi al 50% del cartellone e, per quanto i due artisti abbiano un’indiscussa valenza, non si può dire che la parola “Rocks” risplenda di una luce accecante.
D’altronde, dobbiamo far sempre caso ad altri festival europei, che nella stessa programmazione, o addirittura nello stesso giorno, hanno band e generi assai diversi tra loro, per accontentare un po’ tutti.
Non resta che aspettare i prossimi due nomi, cioé gli headliner del 13 e 15 giugno. Si tornerà al rock fuoco e fiamme? Saranno rispettate le aspettative di molti?
Noi speriamo di sì, così da equilibrare la situazione e far contenti tutti. In fondo, ci auguriamo che un festival come il Firenze Rocks, che soprattutto lo scorso anno ha dimostrato di essere ben organizzato, possa continuare ad avere successo, così da confermare che il nostro Paese è in grado di offrire Festival di assoluto livello come altre zone europee.
Di sicuro chi organizza eventi mastodontici come questo non è nato ieri e avrà fatto i suoi calcoli. C’è da dire che non si sta facendo ben volere in queste ore da una parte non indifferente del pubblico che ha “costruito” nelle edizioni viste finora.
Restiamo incollati ai monitor e vediamo che succede…
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