Il mercato discografico italiano ha mostrato negli ultimi anni la grande ascesa del settore digitale e streaming ed i dati FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) del primo settore del 2016 non fanno che confermare questa tendenza, segnando il vero e proprio sorpasso di questo tipo di fruizione della musica nei confronti dei formati fisici. Ad oggi, infatti, il digitale si attesta al 51%, soprattutto per l’enorme crescita dei servizi streaming, da Spotify ad Apple Music a Deezer etc…
Questi rappresentano ben il 40% del totale mercato e segnano un fortissimo incremento.
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Pur tuttavia, se da un lato il supporto fisico “moderno”, il CD, sembra essere oramai in costante calo, i dischi in vinile non smettono di essere riscoperti e nuovamente apprezzati da moltissimi appassionati, tanto che è attestata un’ulteriore crescita del 43%, quanto basta per rappresentare il 5% del mercato discografico del Paese, il che non è poco se si pensa che stiamo parlando di un supporto che sembrava oramai un lontano ricordo delle generazioni precedenti.
D’altronde, le continue ristampe su vinile di album storici, la loro diffusione tornata anche nei grandi store, il ritorno anche di un interesse sul mondo Hi-Fi “vinilomane”, sono tutte cose che teniamo sott’occhio da qualche anno.
Il fatturato complessivo del mercato italiano è anch’esso in positivo, per quanto di una percentuale pari all1%, con 66,4 milioni di euro. Si tratta di un risultato semestrale che cresce del 23% rispetto a quello del 2014. Lo streaming, invece, fattura ad oggi 26,3 milioni di euro, considerando che, sempre secondo FIMI, la percentuale di chi vi accede con account a pagamento non supera il 20%.
Più musica italiana o straniera? Bè, la musica nostrana resta in testa con un buon 44%, mentre la musica internazionale raccoglie il 38%, 7% in più del 2015.
E voi? Italiana o straniera? Streaming o vinile? Fatecelo sapere sul nostro forum!
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