È di pochi giorni fa la notizia dell’approvazione del “nuovo codice dello spettacolo“, una normativa derivante dallo stralcio dell’articolo 34 del testo originario “Disciplina del cinema, dell’audiovisivo e dello spettacolo e deleghe al Governo per la riforma normativa in materia di attività culturali”, che costituisce una risposta ad un settore che aspetta una riforma organica da più di trent’anni.
Un provvedimento preso in piena attuazione della Costituzione della Repubblica, dei trattati dell’UE e delle convenzioni dell’UNESCO al fine di promuovere e sostenere lo spettacolo, nella pluralità delle sue diverse espressioni, quale fattore indispensabile per lo sviluppo della cultura ed elemento di coesione e di identità nazionale, strumento di diffusione della conoscenza della cultura e dell’arte italiane in Europa e nel mondo.
Col riconoscimento dell’utilità sociale dello spettacolo, anche le associazioni, le imprese e gli altri enti dello spettacolo potranno usufruire degli incentivi e delle agevolazioni introdotte.
È previsto un potere di delega al Governo ad adottare uno o più decreti legislativi riferiti sia alle fondazioni lirico sinfoniche (attraverso la revisione dei criteri di ripartizione del contributo statale) sia alle attività di danza per dare impulso alla ricostruzione del repertorio coreutico, alla produzione artistica e a garantire le professionalità specifiche nell’insegnamento e a definire percorsi formativi professionalizzanti su tutto il territorio nazionale.
Una semplificazione degli iter autorizzativi e burocratici per attività di pubblico spettacolo, e, in particolare, dell’autorizzazione di pubblica sicurezza. Un maggiore sostegno alla diffusione delle produzioni di giovani artisti italiani, anche attraverso iniziative di coproduzione artistica e collaborazioni intersettoriali.
Si pone in rilievo l’importanza di assicurare la più ampia fruizione delle attività di spettacolo, tenendo conto delle specifiche esigenze delle persone con disabilità, secondo i principi stabiliti dalle convenzioni internazionali applicabili in materia.
Verrà inoltre istituito il Consiglio Superiore dello Spettacolo, organo a cui sono attribuiti compiti di consulenza e di supporto nella elaborazione ed attuazione delle politiche di settore e nella predisposizione di indirizzi e criteri generali relativi alla destinazione delle risorse pubbliche per il sostegno alle attività di spettacolo.
Un’importantissima novità sul piano fiscale è data dall’estensione dell’Art Bonus all’intero settore dello spettacolo.
Il credito d’imposta del 65% per favorire le erogazioni liberali a favore della cultura (oggi già previsto per le fondazioni lirico-sinfoniche e ai teatri di tradizione) viene esteso anche alle erogazioni in favore di istituzioni concertistico-orchestrali, dei teatri nazionali, dei teatri di rilevante interesse culturale, dei festival, delle imprese e dei centri di produzione teatrale e di danza, nonché dei circuiti di distribuzione – senza scopo di lucro – e che svolgono le loro attività esclusivamente nel settore dello spettacolo.
Sarà dato maggiore sostegno delle opere prime, seconde e terze, in particolare con la stabilizzazione dei finanziamenti: viene messo a regime ed esteso alle opere terze il credito d’imposta per le opere prime e seconde (previsto solo una tantum durante lo scorso triennio 2014-2016);
Viene stabilito un aumento progressivo delle risorse destinate alla dotazione del Fondo Unico dello Spettacolo (FUS) che sarà ripartito con nuovi criteri strategici ed inclusivi. Infatti, non solo il FUS disporrà di una dotazione di ulteriori 9,5 milioni di euro per il 2018 ed il 2019 che diventeranno 22,5 milioni a decorrere dal 2020, ma l’intero sistema di riparto dovrà seguire criteri di valorizzazione della qualità delle produzioni, di finanziamento selettivo per i progetti dei giovani under 35, di conservazione del patrimonio musicale, teatrale e coreutico, di promozione dell’accesso al credito agevolato, con un particolare riferimento ai giovani artisti.
Ultimo ma non ultimo sono verranno stanziate specifiche risorse, pari a 4 milioni di euro a favore di attività culturali nei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio Marche e Umbria interessate dagli eventi sismici del 2016.
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