È online il nuovo singolo dei Greta Van Fleet, che pian piano stanno costruendo l’album di debutto. Si intitola “When the Curtain Falls” e sembra tratto, come sempre, da un album dei Led Zeppelin.
C’è da dire una cosa dei Greta Van Fleet, sono incredibilmente costanti. E chi li produce lo è senz’altro.
Vogliono assomigliare ai Led Zeppelin e non lo nascondono. E ci assomigliano, in quella che è la summa del nostro immaginario sulla storica band.
Lo fanno bene? Si, lo fanno bene.
Tanto che ogni volta che esce un singolo, come sonorità lo possiamo addirittura ben ricondurre a un preciso album degli Zep. Ad esempio, il brano “Highway Tune” è un ottimo esponente stilistico dell’album di debutto della vecchia band inglese, con tanto di urli affogati nell’echo e il solito “mama” imperante di Plantiana memoria. C’è “Flower Power” con tanto di mandolino, una sorta di mezzo acustico mancante delle complessità metriche sentite in Led Zeppelin III ma con un indubbio magnetismo pop-radiofonico.
Questo nuovo singolo, a noi di Redazione, ha fatto tornare in mente alcune atmosfere di Houses of The Holy (album del resto assai eterogeneo), soprattutto nei suoni e arrangiamenti di chitarra, che non ci avrebbero stupito tratti da qualche nastro scartato da Jimmy Page e oggi ritrovato in un vecchio cassetto.
Il titolo ha, invece, una certa assonanza (voluta?) con quella “When the Levee Breaks” del quarto album zeppeliniano, pur parlando di canzoni, in questo caso, agli antipodi come stile.
Se finora sembra che stiamo sul filo dello sfottò vi sbagliate. I Greta hanno, se non altro, aperto un grande e bel dibattito ed è certo meglio parlare pro o contro questo tipo di operazione discografica che di ben altri orrori che circolano, soprattutto in tempi estivi, dentro e fuori i nostri confini. Vero, almeno questi suonano!
Come un mantra viene ripetuto che “sono giovani, avranno modo di dimostrare il proprio stile“. Diciamo che per ora, singolo dopo singolo, la volontà è del tutto opposta. E, non ci sono dubbi, non è casuale, ma voluta. Ed ha un tremendo successo.
Nei suoni, negli arrangiamenti, nelle attitudini e, ovviamente, nella voce del frontman Joshua Kiszka.
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Quest’ultimo non ha solo un’ispirazione sonora, ma ricalca come un vero e proprio imitatore ogni tipico luogo comune della voce di Robert Plant. Si può dire che fa tutto quello che ognuno di noi farebbe cercando di imitarlo, per scherzo o seriamente, solo che lui… ci riesce davvero.
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Se non fosse decollato questo progetto, non ci saremmo stupiti di vederlo calcare il palco di qualche trasmissione in stile America’s Got Talent, intento a lasciare a bocca aperta giudici e pubblico e creando un video virale sui social.
Il che rende le cose ben diverse da chi vuole affiancare i Greta a gruppi come i Rival Sons, sì fortemente influenzati (lo dicevano 30 anni fa anche dei Black Crowes…) ma certo non al limite della caricatura, piacevole o meno che essa venga percepita.
Plant stesso ci ha scherzato su, perché avrebbe dovuto parlarne male? Da signore quale è ha anzi augurato tutto il bene a questo giovane quartetto e, scherzoso, ha detto di odiare quel cantante, probabilmente perché ha quelle capacità vocali non più nelle sue corde.
Questi ragazzi fanno musica rock e la suonano in prima persona. E questo è positivo.
Devono crescere però, da fan band a gruppo con le idee chiare e personali. Dimostreranno un proprio stile? Vedremo, diciamo che bisogna riflettere anche sul fatto che coloro a cui si ispirano e altri simili coetanei, più o meno alla loro età avevano già rivoluzionato la musica e creato un sound mai sentito prima.
Ma diamogli credito, il potenziale c’è e in fondo stanno vivendo il loro sogno. O perlomeno, rivivendo quello di un altro, che è meglio di tanti incubi.
Noi, davvero, speriamo che poi si sveglino e facciano in modo di essere ricordati per cose ancora migliori! Largo ai giovani…
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