Musicisti che collaborano con musicisti. “Featuring“. Brani scritti a 4 o più mani.
Ma in questo caso l’altra metà del cielo non è un essere umano e non ha neanche mani, si tratta di un’intelligenza artificiale creata con il progetto FlowMachines, finanziato dal Consiglio Europeo di Ricerca (ERC).
Il disco è uscito il 12 gennaio e si intitola Hello World. Al suo interno 15 artisti “duettano” con un software concepito da Francois Pachet, uno dei guru della computer music e direttore del Creator Technology Research Lab di Spotify.
Come funziona? I musicisti hanno dato il via ai brani, una sorta di “ispirazione” potremmo dire, e l’intelligenza artificiale ha analizzato le varie componenti della musica (melodia, armonia e ritmo) per poi plasmare una composizione finita.
L’esperimento non vede l’estromissione dell’uomo dalla scrittura musicale, bensì una collaborazione uomo-macchina innovativa, un “nuovo modo di fare musica” come dice Pachet che aggiunge: “un modo di dire inglese molto noto e’ che ogni Lennon ha bisogno di un McCartney e questo è ciò cui stiamo mirando. Non aspiriamo a realizzare una creazione autonoma perché per ora non abbiamo idea di come dare al computer il senso di qualcosa che abbia, se vogliamo, un’anima” (fonte: ANSA).
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