10 ottobre 1969. Sugli scaffali dei negozi arriva un album di debutto dalla copertina straordinaria. La musica lo è ancora di più. Si intitola In the Court of the Crimson King, ancora oggi un capolavoro.
Proprio nel mese di ottobre, il 25 per la precisione, verrà rilasciata in tutto il mondo una nuova edizione che celebra i 50 anni dell’album dei King Crimson, in formato box da 3CD+Blu-ray oppure in doppio vinile, sotto l’etichetta Panegyric/DGM.
Per quanto riguarda il box set i mix stereo e 5.1 (risoluzione 24bit/96kHz) sono stati curati nientemeno che da Steven Wilson, che negli ultimi anni ha messo (felicemente) mano ai più grandi classici del Progressive Rock, riportandoli letteralmente a nuova vita, senza mai abusare nelle scelte artistiche rispetto agli originali, ma ravvivando il suono in maniera tangibile.
Nel box troverete il mix originale dell’album, l’alternative mix di Wilson, un mix strumentale e alcune tracce addizionali che sembrano essere interessanti, come una versione estesa di “I Talk to the Wind”, una versione alternativa della title track registrata nell’ultimo giorno in studio e altre alternative takes o alternative mix dei brani dell’album con alcune sovraincisioni.
Per quanto riguarda l’edizione in vinile 2xLP, conterrà il remix stereo di Wilson sul primo dei due dischi, mentre il secondo sarà dedicato a una versione alternativa mixata sempre da Wilson e da David Singleton (produttore dei KC dai primissimi anni ’90).
Gli LP saranno stampati con grammatura alta (200gr) e del processo di cutting si occuperà Jason Mitchell presso la Loud Mastering.
Ulteriore buona notizia, la mitica copertina di Barry Godber è stata ricavata ex novo dai dipinti originali (ancora posseduti da Robert Fripp) e meticolosamente restaurata per una stampa il più possibile vicina all’originale.
Chiunque sia appassionato di Rock, per non parlare degli amanti del Progressive, conserva gelosamente la sua copia del primo album dei King Crimson.
Si tratta di disco che mise definitivamente in chiaro i canoni della nuova musica inglese di fine anni ’60, grazie al genio di musicisti visionari e precursori come Robert Fripp, affiancato da suoi pari quali Greg Lake (che in futuro sarà nel mitico trio con Emerson e Palmer), il batterista Michael Giles, il pluristrumentista Ian McDonald e il genio della scrittura Peter Sinfield, che firmerà con i suoi testi anche i successivi 3 album della band.
5 brani che aprono e chiudono perfettamente quella che si può considerare a tutti gli effetti un’opera d’arte.
La graffiante “21st Century Schizoid Man” (pazzesco pensare a una registrazione del genere su nastro, senza possibilità di errore ed editing come oggi, da parte di una band al suo debutto) e, a perfetto contrappeso, la dolcezza estrema della successiva “I Talk to the Wind“; al centro della tracklist un brano da standing ovation, “Epitaph“, poi la lunga Moonchild, simbolo di una libertà espressiva totale.
Infine la title track, gloriosa, con il suo rintornello che è un mantra che non stanca mai e la batteria di Giles a scandire i vari passaggi sempre in modo diverso.
Sono passati 50 anni, ma il Re è ancora saldo sul suo trono musicale.
Il 25 ottobre è vicino e i pre-order sui siti specializzati sono già iniziati…
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