2019, un nuovo anno senza Chris Cornell. Ma si continua a rendere omaggio alla sua memoria, stavolta con il concerto tributo degli amici e una Gibson signature.
Sono trascorsi due anni e mezzo dalla dolorosa e improvvisa scomparsa dell’artista, toltosi la vita il 18 maggio del 2017. Una perdita che ha colpito duramente moltissime persone e che ha istantaneamente portato l’intera carriera musicale di Cornell in primissimo piano.
Sono ovviamente fioccati gli omaggi da tutto il mondo, ma un aspetto importante è che la sua storia ha iniziato ad alimentare una sorta di presa di coscienza collettiva riguardo la sofferenza personale che colpisce anche chi è “arrivato”.
L’eredità artistica di Chris Cornell sta dunque rappresentando un lascito importante non soltanto a livello strettamente musicale, e non stupisce quindi che nei tempi recenti siano arrivati riconoscimenti come ad esempio la sua statua commemorativa in uno dei luoghi simbolo di Seattle.
C’era poi grande attesa per “I Am the Highway: A Tribute to Chris Cornell“, l’evento benefico che si è realizzato mercoledì scorso a Los Angeles.
Un colossale show di ben 5 ore, durante le quali si sono esibiti alcuni dei membri superstiti delle band in cui Cornell ha militato in vita. I Soundgarden, nella formazione storica, hanno eseguito un set di otto tra le canzoni più amate dai fan, mentre gli Audioslave (mancava all’appello il bassista Tim Commerford) hanno suonato cinque brani dall’album omonimo di esordio; sette i pezzi portati invece dai Temple of the Dog in una formazione via via differente attorno a Stone Gossard, Jeff Ament e Matt Cameron.
Tra gli altri artisti che si sono succeduti sul palco i Foo Fighters dell’amico Dave Grohl, i Metallica, gli influenti Melvins (considerati da molti tra i progenitori del grunge) ma anche esponenti poco o affatto legati al genere come Ryan Adams, Adam Levine dei Maroon 5 e la controversa popstar Miley Cyrus, che ha stupito con la sua interpretazione dell’amata “Say Hello 2 Heaven“).
Ma il sigillo della serata è rappresentato sicuramente dall’esibizione di Toni Cornell, figlia del cantante, accompagnata da un altro figlio d’arte eccellente, Ziggy Marley, nella struggente performance di un brano scritto dal padre dell’uno (Bob Marley) e spesso interpretato dal padre dell’altra.
L’assenza sul palco di Eddie Vedder non ha comunque intaccato negativamente le grandi emozioni di una serata a dir poco memorabile, che non dimentichiamolo era a scopo benefico oltre che di tributo a un grande artista scomparso.
Il successo dell’evento in suo nome non ha comunque fatto passare inosservata la novità dedicata all’artista dalla Gibson: la Chris Cornell Tribute ES-335, decisamente ispirata al modello che abbiamo visto imbracciare al leader dei Soundgarden negli anni recenti. Dalla particolare finitura satinata Olive Drab, la chitarra è equipaggiata con humbucker Lollartron fabbricati da Lollar, sistema vibrato Bigsby, manopole dei potenziometri Top Hat e presenta sulla paletta l’inserto signature in madreperla.
Disponibile in primavera, si tratta (purtroppo per noi comuni mortali) di un’edizione strettamente limitata che verrà prodotta in soli 250 esemplari. La nostra invidia va ovviamente a chi riuscirà ad aggiudicarsene una, ma resta a ogni modo importante che anche un gigante dello strumento come Gibson abbia deciso di rendere il proprio tributo alla memoria di Chris Cornell.
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