La notizia l’avrete già letta: persi oltre 100mila master (500mila canzoni) in un incendio agli Universal Studios nel 2008, tra cui dei veri capolavori. Ma possibile che nessuno lo sapesse?
È inutile star qui a ripetere una notizia che da qualche giorno sta rimbalzando a destra e a manca. Da un’inchiesta del New York Times, è venuto fuori che nell’incendio agli Universal Studios del 2008 sono andati persi migliaia e migliaia di nastri originali contenenti i master di pietre miliari come Nevermind dei Nirvana e dischi di Aerosmith, Soundgarden, Ray Charles, Police e chi più ne ha più ne metta.
Ora, la domanda è, possibile che nessuno ne fosse a conoscenza per ben 11 anni?
Sembra proprio così, un cosiddetto “insabbiamento” della peggior specie, bugia rivelata ora dallo stesso Randy Aronson, ex dirigente Universal, che ha dichiarato: “Sapevamo perfettamente che sarebbe scoppiato uno scandalo se si fosse capito cosa era successo davvero. Abbiamo insabbiato tutto e ora me ne vergogno: penso a quante canzoni dei Nirvana mai pubblicate adesso non potranno più essere scoperte” (Fonte: New York Times).
Quest’ultima parte della dichiarazione è sconcertante, poiché ammette di aver perso non solo master originali di dischi editi, ma anche tanto materiale inedito oramai finito in cenere, che nessuno potrà mai più ascoltare.
Ed ecco quindi fioccare i messaggi degli artisti in persona, a partire da quello dei R.E.M. che dicono di dover fare delle verifiche, cascando letteralmente dalle nuvole.
REMHQ is receiving inquiries from many people concerned about the New York Times article on the Universal Music fire 11 years ago. We are trying to get good information to find out what happened and the effect on the band’s music, if any. We will detail further as and when.
— R.E.M. HQ (@remhq) 11 giugno 2019
Passando poi proprio da Krist Novoselic dei Nirvana, che ha scritto parole dure da digerire: “Penso che i master originali di Nevermind siano persi per sempre“.
Simili risposte da parte di Steely Dan, Hole e altri artisti e manager.
Insomma, 11 anni di menzogne che ora, presumibilmente, daranno origine a una serie di conseguenze dure per gli ex dirigenti.
A noi non resta solo che sperare che da qualche parte ci siano delle copie di alcuni di quei master, seppur non saranno gli originali. Ma ciò che fa più male, è sapere che una quantità abnorme di materiale inedito o non catalogato, non potrà mai più essere scoperto.
Qualcosa che assomiglia, nel mondo musicale, molto da vicino all’antico incendio della biblioteca di Alessandria e che cancella dalla storia voci, melodie, bellezza.
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