Si è spento la mattina del 12 giugno, dopo una breve ma sfortunata lotta contro un tumore, il batterista inglese Jon Hiseman, noto per la militanza nei Colosseum ma fattosi notare per il suo stile al contempo potente ed elegante anche con John Mayall, Jack Bruce, Graham Bond Organization, Tempest, Tribute…
La notizia della scomparsa del batterista britannico è stata data su FaceBook dal suo grande amico e compagno di tanti concerti con i Colosseum, il chitarrista Clem Clempson. Philip John “Jon” Hiseman era nato il 21 June 1944 a Woolwich, un sobborgo di Londra.
Di formazione jazzistica (i suoi tre batteristi preferiti? “Elvin Jones, Elvin Jones ed Elvin Jones” aveva dichiarato in un’intervista nel 1970), sin dagli anni Sessanta Hiseman si fece notare per le sue ottime doti tecniche, iniziando a suonare professionalmente con diverse band attive soprattutto nel circuito R&B della capitale inglese: evidentemente, un po’ come per il suo collega Ginger Baker, la scena jazzistica londinese gli stava un po’ stretta.
E proprio al posto di Baker nel 1966 andò a occupare il seggiolino della batteria nella Graham Bond Organisation, formazione ridotta a un trio completato dal sassofonista Dick Heckstall-Smith. Con quest’ultimo, a causa dei problemi di droga del leader, Hiseman passò a breve – e per breve tempo – al servizio dei Bluesbreaker di John Mayall.
Gli stilemi del blues drumming dovettero però sembrare di poca soddisfazione per lo stile sempre più esuberante di Hiseman, che si portò via il bassista Tony Reeves e diede vita nel 1968 alla band Colosseum, una delle prime formazioni ‘cross-over’, ossia Jazz/Rock, della storia.
Con l’inserimento di David ‘Clem’ Clempson e del vocalist Chris Farlowe, la formazione cambiò ulteriormente direzione musicale, incamminandosi lungo la strada dell’hard rock e riscuotendo un grande successo nel Vecchio Continente, senza però riuscire a sfondare nel mercato USA.
Inizialmente equipaggiato con la statunitense Ludwig, all’apice del suo successo Hiseman ottenne un endorsement con un produttore britannico emergente, Hayman, che fornì al batterista londinese un set a doppia cassa (da 24″), completata da un rullante da 14″ x 5″, da due rack tom da 12″ x 8″ e 13″ x 9″ e da due floor tom da 14″ x 14″ e 16″ x 16″.
Chiusa – temporaneamente – l’avventura Colosseum, Hiseman diede vita nel 1972 a un’altra rock band, Tempest (con un giovanissimo Allan Holdsworth alla chitarra), che rimase in vita per circa tre anni, lasciando spazio nel 1975 ai Colosseum II, scioltisi nel 1978.
Successivamente il batterista tornò all’amato jazz, suonando sia in piccoli gruppi sia in big band, un ritorno all’antico dovuto anche al legame affettivo creatosi con la sassofonista e compositrice Barbara Thompson; con lei Hiseman creò uno studio di registrazione attivo nella realizzazione di colonne sonore per fil e telefilm, oltre alla United Jazz + Rock Ensemble.
La parte finale della carriera del batterista fu caratterizzata da una reunion dei Colosseum (1994), che dopo nuove registrazioni, special televisivi e alcuni DVD tennero il loro concerto d’addio nel febbraio 2015.
Nell’aprile 2018 è stato pubblicato Heroes, album firmato dalla band JCM, creata da Hiseman l’anno precedente. Del 2010 è invece Playing the Band – The Musical Life of Jon Hiseman, biografia del batterista scritta da Martyn Hanson (edizioni Temple Music).
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