Una grande band non muore mai davvero: si potrebbero riassumere in questo modo alcuni concetti che Gene Simmons ha espresso sui KISS in una recente intervista.
È durante una chiacchierata con il periodico britannico The Northern Echo che il vulcanico cantante e bassista della band newyorkese si è lasciato andare ad alcune riflessioni sull’impatto che lui e i suoi soci hanno avuto sulla storia della musica e sugli effetti della conclusione della carriera del gruppo, attualmente impegnato nella fase europea della tournèe di addio “End of the Road World Tour” (che ha fatto tappa a Milano giusto alcuni giorni fa).
Qual è dunque il lascito dei KISS alla musica moderna, e in particolare a quella che “sopravvivrà” loro una volto concluso il tour del commiato? L’artista israeliano su questo punto ha le idee molto chiare: “C’è un punto di riferimento, ed è una band che ha osato salire sul palco e dare di più“.
“Non sto dicendo che siamo i migliori cantautori al mondo, i migliori cantanti al mondo o cose simili, ma credo che la nostra eredità sarà il fatto di aver alzato la posta in gioco“, ha aggiunto il bassista, che ha ricordato come a un certo punto non fosse più abbastanza salire sul palco per suonare una chitarra acustica (riferendosi probabilmente alla svolta di immagine che il gruppo prese agli albori della propria carriera).
“Una band che ha osato infrangere le regole” è forse la dichiarazione che sintetizza maggiormente il rinnovamento nell’approccio all’esperienza musicale portato dai KISS; un riferimento, secondo Simmons, che consentirà al gruppo di perpetuarsi idealmente nel lavoro di artisti come Tom Morello con i Rage Against The Machine, Dave Grohl, i Nine Inch Nails o i Metallica.
Simmons si è anche lasciato scappare una dichiarazione che lascia accesa la speranza di qualcuno, riferendosi al fatto che non si saprà con certezza cosa ne sarà della band finchè il tour di commiato non sarà concluso (l’ultima data in calendario è quella del 19 dicembre in Giappone).
È quindi facile immaginare che moltissime dita siano già incrociate, anche se lo stesso artista afferma anche che dopo 46 anni è il momento giusto per andarsene mentre si è ancora al top, riferendosi (senza far nomi) ad alcune band che sono rimaste sul palco più a lungo del dovuto.
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