È proprio vero che anche le migliori storie hanno una fine, e, fra tutte, quella dei Black Crowes è stata una di quelle storie che ha tenuto sulle spine davvero tantissimi appassionati; nati ad Atlanta nel 1984, con più di 20 milioni di album venduti in carriera, i The Black Crowes da pochi giorni non esistono più, ad annunciarlo è stato lo stesso Rich Robinson, chitarrista del gruppo, che ha spiegato i tristi disguidi economici che da tempo minavano la serenità all’interno della formazione ed in seguito ai quali si è optato per concludere il capitolo Crowes.I The Black Crowes sono stati una di quelle band che, seppur nate a metà degli anni ’80, erano sembrate sbucare direttamente da qualche falla spazio-temporale, tanto che nessuno si sarebbe di certo sorpreso nel vederli uscire da una DeLorean, probabilmente lanciata ad 88mph.Figli e portatori di un rock intriso di blues grezzo fino al midollo, bastardo al punto giusto, mai in grado di cedere alla patina del successo, sempre fieri di essere l’emblema “underdog” e per questo sempre estremamente hard to handle per produttori e discografici, che avrebbero voluto farne la band sforna-singoli da piazzare in cima alle classifiche.Peccato però che alla fine siano stati proprio i soldi il motivo della discordia, «questione di royalties…» ha commentato laconicamente Rich Robinson nello spiegare alla stampa il perchè dopo 24 anni di attività la band ha deciso di fermarsi.«It is with great disappointment and regret that after having the privilege of writing and performing the music of The Black Crowes over the last 24 years, I find myself in the position of saying that the band has broken up.I hold my time with the Black Crowes with the utmost respect and sincerest appreciation. It is a huge swath of my life’s body of work. I couldn’t be more proud of what we accomplished and deeply moved by the relationships people created and maintained with my music. That alone is the greatest honor of being a musician. I love my brother and respect his talent but his present demand that I must give up my equal share of the band and that our drummer for 28 years and original partner, Steve Gorman, relinquish 100% of his share, reducing him to a salaried employee, is not something I could agree to.There are so many people who have helped and supported us along the way. I want to give a heartfelt thank you to all of our fans, our friends behind the scenes, and to everyone who was a part of The Black Crowes.»Non si può far altro che accettare una decisione certo non facile per un gruppo che comunque da qualche tempo non godeva di ottima salute. Siamo immensamente dispiaciuti di apprendere la notizia, ma ciò non ci fermerà dal continuare a spargere il verbo di una band spesso sottovalutata dai piani alti della music industry e altrettanto spesso capace di regalare gemme di rara bellezza.
La fine dei The Black Crowes
È proprio vero che anche le migliori storie hanno una fine, e, fra tutte, quella dei Black Crowes è stata una di quelle storie che ha tenuto sulle spine davvero tantissimi appassionati; nati ad Atlanta nel 1984, con più di 20 milioni di album venduti in carriera, i The Black Crowes da pochi giorni non esistono più,
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