Nel 2019 Markbass taglia il traguardo dei 18 anni, e non c’è occasione migliore del NAMM per festeggiare con novità non soltanto dal mondo degli amplificatori.
Una maggiore età che il brand fondato da Marco De Virgiliis raggiunge muovendo i suoi primi e importantissimi passi nel mercato dei bassi elettrici e delle corde, grazie anche alle consolidate collaborazioni con artisti e soggetti dei vari settori, senza ovviamente rinunciare ai prodotti che hanno reso famoso il marchio in tutto il mondo in questi anni, vale a dire quelli relativi all’amplificazione.
Andiamo a conoscere le novità che verranno ufficialmente introdotte al prossimo NAMM, al quale Markbass si presenterà accompagnata dall’ormai consueto squadrone di artisti.
Partiamo con un riferimento proprio agli artisti perchè c’è uno di loro dietro la novità più importante: stiamo parlando del grande Richard Bona e del suo basso signature, dall’evocativo nome Kilimanjaro, uno strumento nato dal solido rapporto sviluppato tra il musicista camerunense e il marchio e che si distingue già alla prima occhiata per un design innovativo e standard liuteristici elevati.
Un solido top in acero fiammato AAAA sormonta il body in due pezzi di frassino, su cui è installato il manico in acero canadese con taglio di quarto rinforzato in grafite e con truss rod a doppia azione, la cui tastiera conta 24 fret altamente rifiniti e un capotasto GraphTech; l’hardware è invece firmato Hipshot.
La parte elettronica è caratterizzata dal preamp proprietario MB Instrument Pre, che sarà disponibile anche in vendita separata, composto da un volume per ciascuno dei due pickup Bartolini, con tono passivo e sezione di equalizzazione attiva di basse, medie e alte.
Disponibile in versione a 4 e 5 corde, così come il Kimandu, l’omologo modello realizzato con criteri di componenti e costruzione dai costi più contenuti per offrire un prezzo di acquisto ancora più accessibile.
L’altra novità a corde si chiama MB Gold, un basso dalla particolare finitura dorata e dalla concezione assai più tradizionale rispetto al signature di Bona: troviamo in questo caso un body tipo P-style sul quale è installata una coppia di pickup single coil, realizzati dalla stessa azienda abruzzese e abbinati al suddetto preamp onboard di casa.
Altrettanto tipiche la scelta di ontano per il body e solido acero per il manico, con l’eccezione (dovuta senz’altro allo status di legno protetto del palissandro) del pau ferro per la tastiera.
Non soltanto gli strumenti ma anche le corde grazie alla partnership con Richard Cocco, punto di riferimento internazionale nel settore (la cui distribuzione in Italia è stata raccolta di recente proprio da Markbass), per un prodotto che promette di offrire performance e durevolezza al top.
Passando finalmente ai dispositivi che accolgono e gestiscono il segnale che arriva dallo strumento, la punta di diamante di questa Gold Line è senza dubbio la testata Little Mark Vintage. 500 watt di potenza e un preamp a valvole, l’amplificatore si pone l’obiettivo di permettere a qualunque bassista di trovare il proprio suono, a prescindere dal genere musicale di riferimento, tramite l’utilizzo di una serie di versatili feature.
A valle dello stadio di guadagno è posizionato un limiter gestibile a potenziometro, ai cui estremi troviamo ambienti più moderni sulle somministrazioni più elevate e di vecchio stampo nei settaggi più leggeri.
Le 4 bande della sezione di equalizzazione hanno frequenze centrali differenti dal consueto per una migliore possibilità di definizione del suono nel mix generale.
I tradizionali filtri VLE e VPF sono in questo caso racchiusi in un unico switch a tre posizioni per altrettanti preset, dal Flat al mid-scooped in posizione centrale fino all’Old, che attua un taglio delle alte frequenze per sonorità d’altri tempi. L’uscita DI bilanciata è stata ottimizzata con l’implementazione di un trasformatore che la eleva al rango di vera e propria DI box, con un trattamento del segnale lineare e trasparente, arricchito dal potenziometro del volume di uscita.
Sempre per la serie Gold Line ecco un compressore valvolare in formato rack nominato Mark Tube Compressor: dispositivo dall’elevato orientamento verso standard professionali, realizzato (come la suddetta testata) con componenti altamente selezionati e circuiti rivestiti in oro, la compressione è ottenuta tramite l’utilizzo di una valvola ECC81 ed è ampiamente gestibile dal pannello frontale attraverso i controlli tipici dei compressori da studio.
Una piccola e interessante novità anche nel settore effetti a pedale con l’MB Octaver Raw Series, una versione in scala ridotta del fortunato octaver a pedale disponibile in precedenza: analogico ma dal tracking perfettamente chiaro e intonato, offre la possibilità di miscelare il suono dry con quello dell’ottava inferiore.
Chiudono la carrellata delle novità le cuffie MB Headphones, studiate in maniera specifica per l’utilizzo da parte dei musicisti e caratterizzate quindi da un’alta definizione del suono riprodotto con il più basso livello di rumori indesiderati possibile.
L’ampio livello del roster di artisti del marchio rende come sempre impressionante il calendario di esibizioni presso il booth Markbass al NAMM. Basti pensare che solo il primo giorno si vedranno giganti dello strumento come Richard Bona, Marcus Miller e Michael Manring, senza fare torto ad altri campioni come Jeff Berlin e Stu Hamm e alle nuove leve Hadrien Feraud e Mohini Dey (oltre al nostro amico Mario Guarini), che avranno modo di esibirsi nei giorni successivi e ai quali si aggiungerà un altro nome forte come quello di Alain Caron (accompagnato da un’altra nostra cara conoscenza, Ciro Manna).
Markbass non tradisce insomma le sempre alte aspettative e si appresta a vivere questo primo anno della maggiore età in una disposizione assolutamente lontana dai facili appagamenti dovuti agli eccellenti risultati ottenuti in questi primi 18 anni di attività.
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