L’importanza delle corde nella creazione di un suono caratteristico è un concetto a volte sottovalutato: Geddy Lee ce lo ripropone parlando delle Rotosound.
E c’è da prestare la massima attenzione se a dirci una cosa del genere è un simile personaggio, il quale al di là degli enormi meriti musicali è sicuramente annoverabile tra i sound più particolari e riconoscibili della storia del basso elettrico.
L’artista canadese è anche noto per la grande cura con cui tratta ogni elemento della propria catena di segnale, partendo proprio dalle corde fino ad arrivare ai vari dispositivi di amplificazione, passando per un numero imprecisato di bassi d’ogni sorta (e sorvolando sull’attrezzatura da tastierista).
Ma tornando alle corde, ascoltiamo le sue raccomandazioni dalla sua diretta voce:
La scelta di Lee ricade sulle Rotosound Swing Bass 66, corde roundwound realizzate in acciaio inossidabile, in scalatura 45-105. Il 66 fa chiaramente riferimento all’anno in cui James How, fondatore del marchio, lavorò sullo sviluppo di questa muta con un altro personaggio che non scherzava affatto in termini di caratteristica timbrica: John Entwistle, bassista degli Who.
Dalla collaborazione tra i due nacque un set di corde la cui vibrazione risultava ottimizzata grazie a un aumentato spessore del core. Il resto, come si suol dire, è storia: nei decenni le Swing Bass 66 sono state utilizzate da altri capisaldi dello strumento come Jaco Pastorius, Billy Sheehan, Chris Squire e John Paul Jones; una sfilata di nomi che rende ancora più difficile dunque non prestar fede alle parole del nostro Geddy.
Le corde Rotosound sono distribuite in Italia da Backline.
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