“Bisognerebbe fare come nel caso Parmalat, cioé inquisire queste persone“. È quello che chiede Morgan ai microfoni di Red Ronnie, furioso contro la perdita di dati di MySpace.
Per chi ancora non lo sapesse, l’oramai più che moribonda piattaforma MySpace, che due decenni or sono diede modo a tanti musicisti di aprire il proprio “mini-sito” con contenuti multimediali (quando ancora non si parlava di social network), ha perso tutti i suoi dati archiviati dal 2003 al 2015.
In pratica, tutto ciò che gli utenti avevano caricato è stato spazzato via. Attenzione, non sono bruscolini: parliamo di circa 50 milioni di canzoni per 14 milioni di artisti sparsi in tutto il pianeta.
Tutti i file audio, le foto, i video, tutto è andato perso. Questo dopo che da svariati mesi i link non funziovano più e le persone non riuscivano più ad accedere alle loro pagine.
Perché? “Un problema con lo spostamento dei server” a quanto è stato comunicato.
Il che, può anche verificarsi, chi come noi lavora nell’informatica lo sa bene. Ma sappiamo anche meglio che è poco credibile che sia avvenuto uno spostamento di questa mole senza prima assicurarsi di avere dei backup di sicurezza in caso di “epic fail” per dirla in linguaggio del web.
Difatti, qualche esperto di tecnologia sta ipotizzando che, invece, i dirigenti di MySpace abbiano preferito semplicemente non migrare per nulla una quantità di dati così consistente, con costi conseguenti sia di spostamento che di hosting.
Questo è quanto, ma la cosa, come avrete intuito, non sta passando certo indolore.
Pur essendo una piattaforma morente e poco utilizzata, le proteste degli iscritti stanno arrivando come una tempesta estiva e tra queste ci sono anche quelle di personaggi noti.
Uno di loro è Morgan, ex cantante dei Bluvertigo, artista solista, affermato autore e famoso personaggio televisivo.
Marco “Morgan” Castoldi si è sfogato ai microfoni (o meglio, ai telefoni…) di Red Ronnie affermando che andrebbe organizzata una vera e propria class-action contro MySpace per ottenere un adeguato risarcimento danni.
Morgan afferma che, al tempo, l’utente aveva il pieno controllo e possesso dei dati, sia di quelli caricati ma soprattutto di quelli che arrivavano dalle richieste di amicizia, dati sensibili come le email che non erano “regalati” a MySpace, ma direttamente alla persona titolare della pagina.
Prosegue: “Hanno approfittato della disattenzione degli utenti per chiudere baracca e burattini, trasformare il tutto in un loro possedimento di dati e vendere il tutto per 580 milioni di dollari. […] Hanno potuto ricevere questo denaro solo perché si sono impossessati di dati che non erano loro.“
Ci tiene Morgan a rimarcare la differenza tra MySpace e gli attuali social network come Facebook e simili: “oggi i social permettono di mettere video e audio ma i contatti che tu hai come follower non sono ‘tuoi’ ma sono loro proprietà, ecco perché sono i più potenti del mondo, sono dati che noi utenti gli regaliamo“.
Riassumendo, ciò che sostiene Morgan è che a un certo punto, complice un fallimento oramai conclamato, MySpace abbia “finto” di essere un social network al pari degli altri e abbia così compiuto un furto ai danni dei suoi iscritti (tra cui anche molti musicisti di fama che utilizzavano la piattaforma per caricare inediti o altro materiale b-side).
Parole forti insomma, anche se bisogna chiarire che MySpace fu venduta per 580 milioni alla News Corporation di Rupert Murdoch ben 14 anni fa, nel 2005, e che nel 2011 la piattaforma era stata valutata assai meno, “solo” 35 milioni.
Immaginiamo che nel 2019 la cifra fosse ancor più in picchiata, per un’azienda che è passata da 1.600 lavoratori assunti a soli 150…
Immagini di copertina – Morgan: CC BY-SA 4.0 Autore Marco Castoldi MySpace: CC BY 2.0 Autore Mark Skipper
Aggiungi Commento