Come molti sapranno, giorno 16 giugno il Tribunale di Milano, con decreto cautelare, ha bloccato le vendite di Is This the Life We Really Want?, ultimo disco di Roger Waters uscito in Italia il 4 giugno.
Alla base del provvedimento vi è il riconoscimento “degli estremi del plagio” delle opere dell’artista siciliano Emilio Isgrò (noto per il linguaggio artistico della “cancellatura”), nella copertina, nell’involucro, nel libretto illustrativo e nelle etichette del disco in vinile, del cd, del formato digitale e del merchandising di Is This the Life We Really Want?
Il giudice Silvia Giani, della sezione specializzata in materia di impresa, sottolinea di aver assunto un provvedimento «proporzionato» all’offesa, in quanto «non esclude la commercializzazione» della musica «con diverse modalità esteriori». In altre parole, non sarà possibile commercializzare l’album e il resto dei prodotti in questa veste grafica ma nulla toglie alla Sony di poter vendere l’opera e gli altri prodotti in versioni estetiche differenti. Tutto questo almeno fino all’udienza del 27 giugno, dove la casa discografica potrà opporsi al provvedimento che il Tribunale ha adottato inaudita altera parte per l’urgenza di «impedire la propagazione dell’illecito».
Una causa che non ha precedenti e che, se da un lato sta compromettendo gli interessi economici del cantautore inglese, d’altro canto potrebbe mettere nelle condizioni, a chi ne è già in possesso, di avere una copia in edizione limitatissima dell’ultimo album di Waters. Infatti, la decisione del Tribunale di Milano potrebbe essere pionieristica di tutta una serie di pronunce analoghe negli altri paesi del mondo e pertanto la “versione Emilio Isgrò” di Is This the Life We Really Want? potrebbe diventare un pezzo da collezione rarissimo!
I possibili scenari futuri sono dunque i seguenti:
1) Conclusione del procedimento per bonario componimento. Un finale in questi termini si potrà avere se Sony e compagni riusciranno a chiudere la controversia stragiudizialmente, riuscendo dunque a trovare una soluzione fuori dal Tribunale. Verosimilmente, verrà chiesto alla casa discografica di pagare un quid per l’utilizzazione delle opere di Isgrò il quale, conservando il diritto morale alla paternità sulle sue opere, potrebbe chiedere il riconoscimento di un credito sulle successive ristampe. Se dovesse finire così, Isgrò concederà (dietro un compenso) lo sfruttamento delle sue opere che potranno essere inserite nell’album di Waters senza problemi.
2) Accoglimento delle richieste presentate da Isgrò. In questo caso il giudice disporrà l’inibitoria dalla commercializzazione dell’ultima opera di Roger Waters. Come già detto, nulla toglie alla Sony di poter commercializzare l’opera sotto un’altra veste grafica, ma qualsiasi ulteriore vendita della versione originale di Is This the Life We Really Want? sarà considerata illecita.
3) Rigetto delle richieste presentate da Isgrò. Roger e compagni l’avranno vinta! Di conseguenza l’ultima opera del cantautore britannico potrà continuare ad essere tranquillamente commercializzata nella sua veste originale. Questo scenario potrebbe darsi nel momento in cui verrà riconosciuto che la copertina, il merchandising, e tutti gli altri prodotti messi sotto accusa, in realtà non costituiscono plagio delle opere di Isgrò, ma hanno semplicemente uno stile grafico liberamente ispirato alla tecnica della cancellatura della quale l’artista siciliano, pur essendone maestro, non potrà mai esserne l’unico a poterne far uso, essendo appunto una tecnica artistica come altre.
I tempi per una decisione definitiva si prospettano comunque lunghi. Nel dubbio, se siete in possesso di una copia di Is This the Life We Really Want?, tenetela stretta!
Cover photo by Brennan Schnell – CC BY 2.0
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